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Team per la Trasformazione Digitale
La Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione
La sfida per la Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione non è principalmente tecnologica (nonostante la tecnologia sia fondamentale e necessaria); è in gran parte una sfida politica che deve essere guidata dall’alto e deve affrontare il problema di una mancanza generale di competenze e leadership nella PA, indispensabili per gestire con successo la trasformazione. Non a caso, le amministrazioni locali e centrali maggiormente digitalizzate sono quelle guidate da leader determinati e competenti che hanno creato team di direttori, assessori, dirigenti e funzionari che comprendono che il pensiero “digitale” deve influenzare il miglioramento dei servizi pubblici (e l’eliminazione dei processi e delle norme inutili) e non automatizzare i processi esistenti. La trasformazione digitale è la reinvenzione del modo in cui i servizi pubblici sono concepiti, disegnati, implementati e gestiti. La tecnologia è tipicamente un abilitatore al cambiamento, ma “essere digitali” è solo in parte il prodotto di attività tecnologiche. Tutti i giorni ci imbattiamo in funzionari e dirigenti della PA che confondono l’implementazione della strategia digitale con la semplice applicazione di tecnologie digitali di vecchi processi. Spesso la trasformazione digitale della PA è infatti confusa con la pubblicazione di manuali, moduli, circolari in formato pdf e la produzione di siti, portali e app, che sono spesso pagati troppo, non sono funzionali (e a volte non funzionanti), sono poco utilizzati e che vengono fatti perché “ci sono i fondi da spendere e poi li perdiamo!”. Non abbiamo dati specifici sullo spreco in investimenti pubblici in tecnologia in Italia. Il problema tuttavia non è solo italiano. Una analisi [1] suggerisce che circa $ 3 trilioni sono stati spesi nei paesi occidentali durante il periodo 2000-2010 in sistemi informativi governativi; si stima tuttavia che il 60%-80% dei progetti di egovernment sono falliti, risultando in un enorme spreco di risorse pubbliche, umane e finanziarie, senza portare alcuno dei benefici promessi e attesi. L’Italia non è esente da questo problema. I comportamenti, le azioni quotidiane, la cultura, la comunicazione, la leadership della PA devono adattarsi ad un mondo digitale; il cittadino ha il diritto di chiedere più semplicità, velocità e trasparenza nella gestione dei servizi pubblici e lo Stato ha il dovere di fornire servizi con modalità più moderne e inclusive, con un crescente coinvolgimento delle PMI innovative, e con l’adozione di metodologie agili e l’abbandono dei vecchi schemi di procurement tecnologico. Gli investimenti a favore della digitalizzazione dei processi, della creazione di competenze digitali, della migrazione a infrastrutture tecnologiche più moderne, della gestione della cybersecurity, della creazione di framework tecnologici per la gestione dei big data della PA, sempre nel massimo rispetto della tutela della privacy del cittadino, sono - senza ombra di dubbio - tanto strategici quanto gli investimenti in infrastrutture fisiche a supporto dello sviluppo economico del Paese. Le stesse azioni di politica sociale ed economica rischiano di essere poco efficaci se non sono accompagnate da processi digitalizzati: uno Stato più efficiente, meno burocratico, e i cui processi e servizi siano stati semplificati e digitalizzati, è uno Stato che aiuta il tessuto economico e produttivo a essere più competitivo a livello globale. Lo sviluppo del Paese passa soprattutto dalle città; le maggiori aree metropolitane ne sono l’asse portante e devono essere protagoniste della trasformazione digitale. La competitività delle aziende italiane dipende anche dalla competitività della nostra macchina amministrativa centrale e locale [2]. Inoltre la trasformazione digitale della pubblica amministrazione è in grado di portare ingenti benefici per la PA, tra risparmi diretti di spesa e maggiori entrate, pari a €35 Miliardi, e benefici alle imprese per €25 Miliardi, a seconda delle numerose stime pubblicate [3], liberando risorse che possono essere utilizzate per nuovi investimenti. Vorremmo infine sottolineare che la trasformazione digitale del Paese deve essere inclusiva e deve passare tramite il coinvolgimento dei piccoli centri urbani e delle aree più periferiche. Una tale trasformazione avverrà anche grazie ad un coordinato numero di interventi che includano l’educazione scolastica e universitaria, la formazione dei dipendenti pubblici e le condizioni che favoriscano il consolidamento di un ecosistema di imprese connesse al mondo dell’innovazione e del digitale e che premino le capacità imprenditoriali dei giovani. . Diego Piacentini. Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale. Digitizing Government: Understanding and Implementing New Digital Business Models. Alan Brown, Jerry Fishenden, Mark Thompson. 28 November 2014. Simili conclusioni sono argomentate in OECD Italy Economic Survey 2017, p. 45: Public administration efficiency raises firm’s performance . Tra le stime pubblicate vi è quella del rapporto settembre 2013 sull’egovernment condotto da Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano School of Management . L’analisi afferisce allo stato di avanzamento dei progetti pubblici di trasformazione digitale italiani nell’anno 2013 e passati. Lo studio sull’eGovernment del Politecnico di Milano, seppur del 2013, indica un significativo quadro tuttora qualitativamente valido sui potenziali impatti che la trasformazione digitale può avere sulla pubblica amministrazione e sulle imprese ...
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Team per la Trasformazione Digitale
La legge: Il Codice dell’Amministrazione Digitale
Abbiamo collaborato con il Dipartimento per la Funzione Pubblica alla redazione del D.Lgs 13 dicembre 2017 n. 217 di correzione al Codice dell’Amministrazione Digitale:. ➔ rendendo il CAD più neutrale rispetto alla tecnologia [11] e trasformando le regole tecniche in linee guida (adottate in maniera agile, all’esito di una consultazione pubblica online, e aggiornabili costantemente per non vincolare le scelte tecnologiche al rispetto di precetti normativi);. ➔ semplificando l’elezione del domicilio digitale [12] per i cittadini affinché possano ricevere digitalmente comunicazioni dalla Pubblica Amministrazione;. ➔ istituendo, presso l’Agenzia per l’Italia Digitale, un ufficio del Difensore Civico Digitale per cittadini e imprese, autorevole, indipendente e moderno affinché i diritti di cittadinanza digitale espressi dal CAD siano effettivamente garantiti nell’interazione con l’amministrazione pubblica;. ➔ valorizzando l’open source e affiancando agli obblighi di riuso del software gli strumenti dove poterlo rilasciare e pubblicare, rendendo così il CAD una delle leggi più avanzate in Europa per l’open source;. ➔ istituzionalizzando, con l’introduzione dell’art. 50-ter del CAD, la Piattaforma Digitale Nazionale Dati, una piattaforma di big data che permette l’abbattimento dei silos tramite la raccolta, condivisione via API, visualizzazione e analisi di dati della pubblica amministrazione con strumenti di data science e machine learning. Ricordiamo tuttavia che sia il Piano che il CAD sono strumenti necessari ma non sufficienti per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Ad essi deve essere affiancata la creazione di processi e adeguati investimenti per l’adozione di moderne soluzioni tecnologiche e l’assunzione di capitale umano con competenze specifiche. A completamento sono necessari interventi di incentivo al digitale e, quando necessario, disincentivo all’analogico (sanzioni da parte del MEF). A testimonianza che la trasformazione digitale non avviene per legge è il fatto che nessun Paese, anche tra quelli più digitalizzati dell’Italia, ha avvertito l’esigenza di introdurre un codice per l’amministrazione digitale, inserendo invece norme ad hoc in contesti specifici. [9]. È ricorrente, all’interno del Codice dell’Amministrazione Digitale , non solo la previsione di principi in materia di digitale, ma anche l’indicazione di implementazioni di tali principi con apposite soluzioni tecnologiche specifiche. Tali scelte, contenute all’interno di una norma primaria, sono di difficile aggiornamento, e non riescono a rimanere al passo con la rapida evoluzione tecnologica. Con il termine neutralità tecnologica si indica la specifica azione di previsione in legge solamente di principi, senza il vincolo a soluzioni tecnologiche specifiche. [10]. D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82. [11]. Sono state eliminate previsioni normative di specifiche implementazioni tecnologiche. Ad es. il CAD non prevede più che determinati effetti giuridici siano ottenibili esclusivamente utilizzando la firma digitale ma identifica una serie di requisiti necessari degli strumenti utilizzabili a tal fine, demandando all’Agenzia per l’Italia Digitale il compito di analizzare, individuare e aggiornare costantemente l’elenco degli strumenti a tal fine utilizzabili con semplici linee guida anche in base alle nuove possibilità offerte dall’evoluzione tecnologica. [12]. Indirizzo elettronico (PEC o altro recapito certificato eIDAS) che le pubbliche amministrazioni dovranno utilizzare per tutte le comunicazioni aventi valore legale ai cittadini e che i privati potranno utilizzare per lo stesso tipo di finalità ...
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Team per la Trasformazione Digitale
I progetti in corso di realizzazione
Contesto. La pubblica amministrazione ha iniziato solo di recente a dotarsi delle necessarie competenze tecniche, strumenti, processi, best practices e misure minime per rendere le proprie infrastrutture tecnologiche e i propri servizi pubblici digitali sicuri. La mancanza di questi elementi porta le amministrazioni a essere esposte, quasi sempre inconsapevolmente, ad attacchi informatici periodici (e potenzialmente pericolosi), data breach, information leakage, data loss e DDoS. La recente approvazione del Piano Nazionale Cyber [32], che prevede il consolidamento di una governance per la cybersecurity guidata dal Dipartimento Informazione e Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresenta un elemento importante per la definizione e continua evoluzione di una strategia per la sicurezza delle infrastrutture ICT della PA. Cosa abbiamo fatto. Abbiamo inserito all’interno del Piano Triennale per la Trasformazione Digitale misure minime di sicurezza per l’infrastruttura ICT della pubblica amministrazione. Nonostante l’attività di cybersecurity non rientri tra i compiti formali del Team, il nostro esperto di cybersecurity è diventato un punto di riferimento per numerosi enti ed amministrazioni, inclusi il CERT-PA e il CERT-Nazionale, per la risposta ad attacchi informatici e per il supporto nella messa in sicurezza delle proprie infrastrutture attraverso attività di Incident Response e Root Cause analysis, la creazione di processi e misure preventive di sicurezza, la revisione architetturale dei propri network, infrastrutture IT e applicazioni esposte sulla rete, e la creazione di penetration test e vulnerability assessments. Inoltre stiamo spingendo - come è stato fatto in Olanda, Francia e Lituania e negli Stati Uniti con l’adozione di specifici framework normativi - l’introduzione di programmi di Responsible Disclosure [33], anche con l’aggiunta di un bug bounty [34]. Abbiamo infatti contribuito, all’interno della task force del Centre for European Policy Studies dedicata alla Software Vulnerability Disclosure in Europa, all’identificazione dei necessari strumenti di policy da adottare a livello europeo e a livello di singoli Stati Membri, per permettere l’adozione all’interno della pubblica amministrazione di processi di Coordinated Vulnerability Disclosure, fondamentali per la messa in sicurezza delle infrastrutture della PA. Cosa c’è da fare. Concordiamo con il consolidamento e rafforzamento della nuova governance delineata dal Piano Nazionale Cyber e guidata dal Dipartimento Informazione e Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonché con la razionalizzazione del CERT-Nazionale e del CERT-PA in un unico ente a supporto delle amministrazioni nella gestione della sicurezza dei propri sistemi. È inoltre auspicabile avviare un percorso per la creazione di una policy nazionale di Coordinated Vulnerability Disclosure (CVD). [13]. Il dato riguarda l’aggregato dei costi pluriennali sostenuti da 21 PAC per i progetti censiti nelle tipologie “Infrastrutture fisiche” contenuti all’ interno dell’ Allegato 3 - Quadro Sinottico della spesa ICT Codice dell’Amministrazione Digitale del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019. [14]. I servizi cloud sono composti da servizi IaaS, PaaS e SaaS. I servizi IaaS (Infrastructure as a Service) sono costituiti dalla messa a disposizione di una infrastruttura tecnologica fisica e virtuale in grado di fornire risorse di computing, networking e storage da remoto e mediante API, senza la necessità di acquistare hardware. I servizi PaaS (Platform as a Service) sono costituiti dalla messa a disposizione di piattaforme per sviluppare, testare e distribuire le applicazioni su Internet. I servizi SaaS (Software as a Service) (SaaS) sono costituiti da applicazioni software accessibili tramite Internet sfruttando diverse tipologie di dispositivi (Desktop, Mobile, etc). [15]. Art. 2, comma 1, del D. L. 179/2012. [16]. I dati riportati sono aggiornati al 30 settembre 2018. [17]. Art. 81 comma 2-bis del D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 introdotto con l’ art 6 comma 2-bis del D.L. 138/2011 e art. 5 del D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 modificato dall’ art. 15 del D.L. 179/2012. [18]. Nella quantificazione di questi importi non sono considerate le ore di lavoro risparmiate dai dipendenti pubblici che fanno attività di gestione dei pagamenti. La fonte dei dati è uno studio realizzato dal Team per la Trasformazione Digitale e Cassa Depositi e Prestiti. [19]. Linee Guida AgID GU N. 31 del 7 febbraio 2014. [20]. A tal riguardo è stato realizzato uno studio insieme a CDP per l’analisi di una collocazione del progetto all’interno di una NewCo creata dal MEF e partecipata da CDP. [21]. L’Art. 65 comma 2 del D.Lgs 13 dicembre 2017 n. 217 ha introdotto l’obbligo per le PA di utilizzare esclusivamente la piattaforma PagoPA per i pagamenti a decorrere dal 1 gennaio 2019. [22]. Questo portava formalmente ad avere un numero significativo di PA aderenti a PagoPA, ma un numero esiguo di servizi che effettivamente utilizzavano la piattaforma. [23]. Art. 64, comma 2-sexies del D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 come modificato dall’ art. 17-ter del D.L. 69/2013. [24]. Art. 10, comma 3 del D. L. 78/2015 convertito con Legge 6 agosto 2015 n. 125. [25]. L’introduzione del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) è avvenuta ad invarianza di risorse per lo Stato. [26]. Il dato riguarda l’aggregato dei costi pluriennali sostenuti da 21 PAC per i progetti censiti nelle tipologie “Infrastrutture Immateriali” e “Ecosistemi”, che si riferiscono a progetti afferenti la sfera del “software” contenuti all’ interno dell’ Allegato 3 - Quadro Sinottico della spesa ICT del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019. [27]. Art. 18 del Codice Amministrazione Digitale. [28]. Dato aggiornato al 30 giugno 2018. [29]. Study on eGovernment and the reduction of administrative burden: final report / EY, Danish Technology Institute, European Commission, 2014, p. VI. [30]. Capitolo Interoperabilità. Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019. [31]. Art. 50-ter del D.Lgs. 2005/82 introdotto con l’art. 45 del D.Lgs. 13 dicembre 2017 n. 217. [32]. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 17 febbraio 2017. [33]. Con Responsible Disclosure ci si riferisce alle modalità operative con cui i ricercatori di sicurezza segnalano la presenza di vulnerabilità informatiche all’interno dei sistemi e servizi delle aziende private o dei soggetti pubblici. In presenza di tale policy, gli ethical hacker sono invitati a ricercare ed individuare vulnerabilità informatiche e segnalarle tempestivamente per permetterne la risoluzione in tempi rapidi. [34]. Si parla di bug bounty quando un ente o azienda che promuove un programma di Responsible Disclosure mette a disposizione ricompense in denaro per la segnalazione di vulnerabilità informatiche da parte di ethical hackers ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Il Team per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Il Team per la Trasformazione Digitale è composto da 29 esperti, assunti al di fuori dalla Pubblica Amministrazione, con competenze prevalentemente manageriali e tecnologiche: technical program management, software development, software architecture, open source software, cybersecurity, pagamenti digitali, product e content design, user experience, big data, machine learning, data science, metriche e analisi dati. Il Team comprende anche esperti in diritto, comunicazione, economia. La struttura amministrativa a supporto è costituita da 1 dirigente e 7 funzionari provenienti dalla pubblica amministrazione con competenze specialistiche in materia di acquisto di beni e servizi. La struttura è stata dotata di €6.1 milioni nel 2016, €11 milioni nel 2017 e di €18 milioni nel 2018 [8]. Le spese fino ad ora sostenute dal Team sono qui pubblicate; alla data del 28 settembre 2018, il Team ha impegnato un totale di circa €10 milioni e speso un totale di circa €7.6 milioni dall’inizio del mandato. Fig. 1 Sito del Team della Trasformazione Digitale, che include i profili degli esperti, la descrizione dei progetti e le spese del team. Visione. Creare il “sistema operativo” del Paese, ovvero una serie di componenti fondamentali sui quali costruire servizi più semplici ed efficaci per i cittadini, la Pubblica Amministrazione e le imprese. Missione. Rendere i servizi pubblici per i cittadini e le imprese accessibili nel modo più semplice possibile, tramite dispositivi mobili (approccio “mobile first”), con architetture sicure, scalabili, altamente affidabili e basate su interfacce applicative (API) chiaramente definite. Mettere a disposizione un patrimonio di dati facilmente accessibile a supporto della definizione e attuazione di policy più efficaci e di decisioni tempestive. Sottolineiamo che qualsiasi aspetto dei progetti di trasformazione digitale, avviati o da avviare, relativo al trattamento dei dati personali ha l’obiettivo di essere conforme al Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 (GDPR) ed essere condiviso con l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali. A scopi informativi e di monitoraggio, abbiamo creato il sito del Team per la Trasformazione Digitale su cui sono disponibili:. ➔ gli aggiornamenti dei progetti gestiti direttamente dal Team e le spese della struttura relative sia all’attività progettuale che a quella istituzionale;. ➔ una dashboard con metriche e indicatori di performance (KPI) per misurare lo stato di avanzamento delle piattaforme abilitanti gestite direttamente dal Team (Spid, pagoPA, ANPR). [4]. art. 63 del D.Lgs 179, 2016 e DPCM 16 settembre 2016. [5]. US Digital Service presso la Casa Bianca (USA) e l’UK Government Digital Service presso il Cabinet Office del Governo UK (UK), nonché l modello estone rappresentato dall’Autorità per il Sistema Informativo Estone. [6]. Legge di bilancio 28 dicembre 2015, n. 208 e art. 14-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale. [7]. D.Lgs. 82/2005. [8]. Comma 585 della Legge di bilancio 11 dicembre 2016, n. 232 ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Una nuova generazione di servizi pubblici digitali: io.italia.it
Creare un modello organizzativo scalabile che permetta il ripensamento e la riprogettazione nel corso del tempo di tutti i servizi pubblici (vedi sezione Raccomandazioni per il Governo). [35]. Il progetto risponde ad una precisa indicazione dell’ art. 64 del Codice dell’amministrazione digitale. [36]. Art. 6 del Codice dell’Amministrazione Digitale ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Attività internazionali istituzionali
UE. ➔ Steering Board per l’eGovernment Action Plan 2016-2020. Il Commissario straordinario e l’esperto del Team responsabile delle Relazioni Internazionali sono membri di un gruppo di lavoro previsto dallo stesso Piano (COM(2016) 179) e istituito presso la DG CNECT con il compito di coordinare e monitorare l’effettiva implementazione delle misure del Piano stesso. All’interno dello Steering Board hanno contribuito alla stesura della Tallinn Declaration on eGovernment e sottoscritta - per l’Italia il Commissario ha firmato in rappresentanza del Ministro della Funzione Pubblica - il 6 ottobre 2017 durante la conferenza Ministeriale dalla Presidenza di turno dell’Estonia. La nostra strategia progettuale è coerente con tutti i principi, le azioni e gli obiettivo dell’eGovernment Action Plan 2016-2020 e della Dichiarazione di Tallinn. ➔ Il Commissario straordinario e l’esperto di Relazioni Internazionali sono inoltre componenti del eGovernment Benchmarking Sub-Group costituito per monitorare l’implementazione del piano stesso, in questo ambito hanno contribuito al miglioramento della metodologia e degli indicatori utilizzati nel rapporto annuale eGovernemnt Action Plan Benchmark e nell’Indice dell’economia e della società digitali (DESI);. ➔ Il Commissario ha partecipato, insieme al Presidente del Consiglio, al Digital Summit ospitato dalla Presidenza estone (Tallinn, 29 settembre 2017);. ➔ In qualità di Digital Champion il Commissario e l’esperto di Relazioni Internazionali hanno dato attuazione al Piano di lavoro sulla promozione delle competenze digitali, indicato da Mariya Gabriel, Commissaria europea per la Digital Economy and Society. Il Commissario è stato indicato rapporteur del WG 4 - Attracting more women to technology careers , uno dei quattro Gruppi di lavoro in cui si è articolato il piano. ➔ In qualità di Chief Information Officer - CIO, il Commissario ha partecipato agli incontri del CIO Network organizzati dalla DG CNECT per condividere buone pratiche e per favorire una collaborazione informale tra CIO nazionali su temi dell’eGovernment (Malta, Tallinn, Sofia). ➔ L’esperto di cybersecurity del Team è un componente della task force del Centre for European Policy Studies dedicata alla Software Vulnerability Disclosure in Europe , all’identificazione dei necessari strumenti di policy da adottare a livello europeo e a livello di singoli Stati Membri, per permettere l’adozione all’interno della pubblica amministrazione di processi di Coordinated Vulnerability Disclosure , fondamentali per la messa in sicurezza delle infrastrutture della PA. OCSE. ➔ L’esperto di Relazioni Internazionali partecipa al comitato dedicato ai temi dell’economia digitale (Committee on Digital Economy Policies - CDEP). Il CDEP ha lanciato un progetto trasversale Going Digital 2017-2020 per analizzare e spiegare la trasformazione digitale in atto e suggerire strumenti di policy che possano aiutare i governi ad affrontare il cambiamento economico e sociale in atto. ➔ Il Commissario è componente dell’Expert Advisory Group (EAG), ovvero rappresentanti esterni alla tradizionale comunità OCSE che contribuiscono al progetto Going Digital con una visione diversa e meno condizionata dal ruolo strettamente istituzionale. ➔ L’esperto di Relazioni Internazionali è membro dello Steering Group del Going Digital 2017-2020. ➔ L’esperto di cybersecurity del Team è un componente del Working Party on Security and Privacy in the Digital Economy (WP SPDE). G7. ➔ Il Commissario ha rappresentato il Ministro dello Sviluppo Economico alla Innovation and Employment Ministerial del G7 Canada (Montreal, 27-28 marzo 2018). ➔ La Presidenza italiana del G7 ha promosso l’istituzione dell’ I-7, un gruppo di esperti per fornire un contributo indipendente e specialistico sui temi dell’innovazione (G7 Taormina Leaders’ Communiqué par. 37). Il Commissario è stato nominato promotore e organizzatore di questa iniziativa, con il ruolo di Focal Point e Chair dell’evento. La riunione si è tenuta nel corso della Ministeriale sull’innovazione di Torino (25-27 settembre 2017); sono stati affrontati il tema dei Big Data e Artificial Intelligence e il loro impatto sulla trasformazione dei servizi pubblici e nell’elaborazione delle politiche. Sono state inoltre discusse le possibili misure per mitigare gli effetti della trasformazione digitale sul mercato del lavoro. Gli esiti della discussione sono stati raccolti in un Chairs’ Summary di cui i Ministri dell’Industria del G7 hanno preso nota nella loro Dichiarazione finale. ➔ Il Commissario ha partecipato ai lavori del Forum internazionale di dialogo “Starting from girls. Women Forum on inequality and sustainable growth”, iniziativa all’interno della Presidenza italiana del G7 (7-8 aprile 2017). ➔ Il Commissario ha fatto parte della delegazione italiana al G20 Cina, svoltasi a Hangzhou, il 4 settembre 2016. OSCE. La Presidenza italiana dell’ OSCE ha inserito per la prima volta tra le sue priorità i temi del digitale e dell’innovazione. La Presidenza e il MAECI hanno richiesto formalmente la partecipazione del Commissario ai lavori preparatori e alla stesura di una Dichiarazione ministeriale sul digitale da sottoporre all’approvazione dei 57 Ministri degli Esteri degli Stati OSCE in occasione del Consiglio Ministeriale OSCE (dicembre 2018). Collaborazioni bilaterali. Abbiamo infine portato avanti una costante collaborazione bilaterale con alcuni paesi:. ➔ siamo stati coinvolti dall’Ambasciata del Regno Unito a Roma nel “UK-Italy Bilateral Dialogue on Digital” sui temi della digitalizzazione del settore pubblico; abbiamo avuto incontri bilaterali con il Secretary of State, Karen Bradley e con il Secretary of State, Matthew Hancock, e con Liam Maxwell, National Technology Adviser at HM Government;. ➔ abbiamo avviato una collaborazione con l’Ambasciata estone per scambiare idee ed esperienze sui pagamenti digitali, la cybersecurity, SPID;. ➔ abbiamo avviato con il Direttorato Interministériel du Numérique et du Système d’Information de l’Etat Français una interlocuzione su identità digitale e open source;. ➔ a seguito della richiesta delle Ambasciate d’Australia e di Germania, abbiamo avviato attività di scambi ed esperienze ...
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Team per la Trasformazione Digitale
La Strategia: Il Piano Triennale
La Dichiarazione Ministeriale su eGovernment sottoscritta dall’Italia a Tallinn lo scorso ottobre 2017 impegna il nostro Paese, così come gli altri Stati Membri, alla realizzazione dei principi e degli obiettivi dell’eGovernment Action Plan 2016-2020, che è parte integrante della strategia del Digital Single Market europeo. Il Piano Triennale ha già recepito ogni principio/obiettivo del piano europeo nella strategia della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Una analisi della Dichiarazione Ministeriale di Tallinn comparata ai principi e progetti contenuti nel Piano Triennale 2017-2019 ne conferma la piena coerenza. La Dichiarazione impegna gli Stati Membri su cinque aree di obiettivi da realizzarsi nel periodo 2018-2022; gli obiettivi sono individuati sulla base dei principi dell’e-Government Action Plans 2016-2020 così come riassunti di seguito:. Digital-by-default, inclusiveness and accessibility;. Once only;. Trustworthiness and security;. Openness and transparency;. Interoperability by default. I progetti di trasformazione digitale dei servizi pubblici che nel corso dello scorso e corrente anno sono stati rilanciati o avviati, rappresentano un tassello importante per il raggiungimento di questi obiettivi ...
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Team per la Trasformazione Digitale
I primi due anni del Team per la Trasformazione Digitale
Siamo solo al giorno 1!. Aggiornato al 30 Settembre 2018 ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Aiuti alle amministrazioni: strumenti di finanziamento e formazione per le amministrazioni
Vedi sezione Raccomandazioni per il Governo ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Allegato B: Alcuni numeri chiave
I benefici determinati da una trasformazione digitale ben eseguita sono riflessi nel miglioramento dei servizi per i cittadini e nell’aumento dell’efficienza dell’amministrazione pubblica. Nonostante i vantaggi siano indiscutibili, la quantificazione monetaria del risparmio e i calcoli dell’aumento della produttività sono complessi e spesso frutto di stime incerte. Questa tabella prova a riassumere alcuni numeri chiave che diano un senso dell’impatto derivante dalla trasformazione digitale. NUMERI CHIAVE. DESCRIZIONE. RISPARMIO POTENZIALE DI SPESA E IMPATTO SULL’EFFICIENZA. €35 Mld / anno, di cui. Benefici, in termini di maggiori entrate o risparmi di spesa, per la PA, grazie alla trasformazione digitale della PA [48]. €15Mld / anno. Risparmi sulla digitalizzazione dei processi della PA [48]. €10Mld / anno. Recupero da evasione fiscale nell’ipotesi che tutte le imprese adottino la conservazione sostitutiva di documenti fiscali [48]. €5Mld / anno. Recupero da evasione fiscale nell’ipotesi di aumento da 20% a 30% nell’utilizzo dei pagamenti elettronici consumer [48]. €5Mld / anno,. Risparmi per saving negoziali, nell’ipotesi di diffondere l’utilizzo dal 5% al 30% dell’eProcurement nella PA [48]. €25Mld / anno, di cui. Benefici, in termini di risparmi di spesa, per le imprese, grazie alla trasformazione digitale della PA [48]. €23Mld / anno,. Recupero di produttività grazie alla digitalizzazione dei processi di interfaccia tra PA e Imprese [48]. €2 Mld / anno,. Risparmi su oneri finanziari grazie ai pagamenti elettronici della PA, che abilita il pagamento dei fornitori nei tempi prescritti dalla Direttiva 2011/7/UE [48]. €5Mld / anno. Risparmio stimato a livello europeo grazie all’adozione del principio once-only , che ha come fondamento l’implementazione del modello di interoperabilità [49]. €681 Mln. Spesa pluriennale rilevata per l’avvio di progetti in infrastrutture fisiche dalle pubbliche amministrazioni centrali, drasticamente riducibile seguendo le linee guida del Piano Triennale [50]. €621 Mln. Spesa pluriennale rilevata per l’avvio di progetti di sviluppo software dalle amministrazioni centrali, drasticamente riducibile seguendo le linee guida del Piano Triennale [51]. 3.5 Mln di ore / anno. Risparmio annuale di ore di lavoro per i comuni per la gestione automatica del cambio di residenza grazie ad ANPR [52]. €1.1 Mld / anno. Risparmio annuale di spesa stimato per la PA con l’adozione di pagoPA, grazie all’automazione dei processi di rendicontazione, riconciliazione dei pagamenti, la sostituzione degli invii di avviso di pagamento via posta con invio digitale [53]. €110 / anno per il cittadino. Risparmio annuale di spesa stimato per il cittadino con l’adozione di pagoPA, derivante dalle minori commissioni sui pagamenti effettuati e dal risparmio di tempo nel pagamento dei servizi pubblici in digitale invece che allo sportello [54]. ANPR (Dati al 30 settembre 2018). 715 comuni. Comuni subentrati. 9.8 Mln popolazione. Popolazione subentrata. 1737 comuni. Comuni in fase di pre-subentro. 10.7 Mln popolazione. Popolazione in fase di pre-subentro. PAGOPA (Dati al 30 settembre 2018). 5.3 Mln (+240%). Transazioni effettuate su pagoPA nel primo semestre 2018 e rispettivo incremento rispetto allo stesso periodo del 2017 [55]. € 685 Mln (+358%). Valore transazioni effettuate su pagoPA nel primo semestre 2018 e rispettivo incremento rispetto allo stesso periodo del 2017 [56]. €197 [57]. Valore medio transazione nel terzo trimestre 2018. €175 Mln (890K) / al mese. Valore (numero) transazioni effettuate al mese nel terzo trimestre 2018 sulla piattaforma. 2500. Enti aderenti ed operativi (con almeno un pagamento ricevuto tramite pagoPA nell’ultimo mese), di cui 67% sono comuni. SPID (Dati al 30 settembre 2018). 2.85 Mln. Identità digitali rilasciate dall’avvio del programma (marzo 2016). 27.000 / settimana (+50%). Identità digitali rilasciate in media a settimana nel secondo trimestre 2018, con rispettivo aumento rispetto al primo trimestre 2018 (18.200 / settimana). CIE (Dati al 30 settembre 2018). 7.500 (94%). Comuni abilitati all’emissione di CIE, con relativa percentuale di popolazione coperta. 5.5 Mln. CIE emesse in totale dall’inizio del programma. 122.000 / settimana. CIE emesse. (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8) Rapporto settembre 2013 sull’egovernment condotto da Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano School of Management . L’analisi afferisce allo stato di avanzamento dei progetti pubblici di trasformazione digitale italiani nell’anno 2013 e passati. Lo studio sull’eGovernment del Politecnico di Milano, seppur del 2013, indica un significativo quadro tuttora qualitativamente valido sui potenziali impatti che la trasformazione digitale può avere sulla pubblica amministrazione e sulle imprese. Study on eGovernment and the reduction of administrative burden: final report / EY, Danish Technology Institute, European Commission, 2014, p. VI . Il dato riguarda l’aggregato dei costi pluriennali sostenuti da 21 PAC per i progetti censiti nelle tipologie “Infrastrutture fisiche” contenuti all’ interno dell’ Allegato 3 - Quadro Sinottico della spesa ICT del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019. Il dato riguarda l’aggregato dei costi sostenutida 21 PAC per i progetti censiti nelle tipologie “Infrastrutture Immateriali” e “Ecosistemi”, che si riferiscono a progetti afferenti la sfera del “software” contenuti all’interno dell’ Allegato 3 - Quadro Sinottico della spesa ICT Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019. Stima realizzata dal Team per la Trasformazione Digitale in collaborazione con il Ministero dell’Interno. Dati elaborati da uno studio realizzato insieme a CDP. Vedi nota 53. 12.8 Mln totale transazioni effettuate su pagoPA dal lancio del programma (gennaio 2014). 1.8 miliardi totale valore dei pagamenti transati su pagoPA dal lancio del programma (gennaio 2014). Valore medio calcolato tenendo conto della percentuale di transazioni che sono andate a buon fine, pari, per il secondo trimestre 2018, all’80% delle transazioni effettuate, e pari, per il secondo trimestre 2017, al 73% delle transazioni effettuate. Le transazioni non andate a buon fine corrispondono principalmente ad indisponibilità di fondi o ad abbandoni dell’utente in fase di pagamento ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Relazione sull’attività del Team per la Trasformazione Digitale
Il presente documento contiene un resoconto dell’attività svolta dal Team per la Trasformazione Digitale dal 16 settembre 2016 al 30 settembre 2018, l’evoluzione della strategia per la trasformazione digitale della PA tracciata dal Piano Triennale, nonché il ripensamento dei servizi pubblici digitali per i cittadini e le imprese. Il documento include inoltre raccomandazioni dirette al Governo per la creazione di un modello permanente di governance del digitale - inclusa una revisione delle responsabilità e dei compiti assegnati ad AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) ...
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Team per la Trasformazione Digitale
Raccomandazioni per il Governo
Il processo di procurement costituisce una delle attività più onerose per le PA. Lo svolgimento delle procedure di acquisto richiede una significativa quantità di tempo e risorse, di conseguenza l’acquisto di prodotti e servizi digitali fatica a tenere il passo con l’evoluzione delle soluzioni tecnologiche. I tentativi di facilitare i processi di acquisto di prodotti e servizi digitali a livello centrale, tramite le centrali di committenza, hanno portato spesso alla definizione di convenzioni di elevato importo e lunga durata mono-committente (molto spesso vinte da grandi aziende o RTI [42], a volte senza una esperienza specifica del mercato di riferimento) a cui tutte le amministrazioni sono obbligate ad aderire [43] anche quando l’adesione genera, a parità di servizio, un aumento dei costi per l’amministrazione stessa. All’origine di queste problematiche, si riscontrano frequentemente le seguenti cause:. carenza di competenze tecnologiche all’interno della pubblica amministrazione, con la conseguenza che spesso è il fornitore che suggerisce alla PA cosa deve comprare sostituendosi a questa nella fase di progettazione dei servizi. La scelta cade pertanto su soluzioni proprietarie che determinano vendor lock-in, non garantiscono interoperabilità con altre PA e non sono pensate per evolvere nel tempo;. inadeguatezza del corrente digital marketplace (MePA), che è ancora troppo complicato da utilizzare e manca di funzionalità di base quali un motore di ricerca che produca risultati rilevanti, modalità di facile iscrizione da parte delle aziende e descrizioni dettagliate dei servizi prodotti;. mancanza di modelli di riferimento e template specifici per guidare la pubblica amministrazione nello svolgimento delle gare;. tendenza ad aggiudicare la gara in base a criteri di massimo ribasso, anche quando il punteggio afferente alla offerta economica sarebbe teoricamente ridotto, a causa di una insufficiente valutazione dei parametri di qualità in cui i punteggi attribuiti vengono schiacciati verso l’alto;. gravosità del processo di acquisto e assenza di automazione dei controlli richiesti dal codice, con la conseguenza di tempi eccessivamente lunghi per lo svolgimento delle gare, che generano la necessità di una pianificazione molto anticipata e, inevitabilmente, inaccurata;. assenza di un sistema di valutazione dei fornitori da parte delle PA e dei servizi resi che permetta la creazione di una knowledge base di casi utili per poter operare in maniera informata sulle base delle scelte fatte in passato;. uso di costi unitari fuorvianti legati a metriche di misurazione del software (ad esempio “function point”) che misurano aspetti non rappresentativi dell’effettiva qualità del servizio e del software, in particolare per quanto riguarda i requisiti non funzionali (ad esempio facilità d’uso per l’utente) e contribuiscono ulteriormente a sbilanciare la valutazione nella direzione del ribasso economico. Dobbiamo passare dalla valutazione dell’output alla valutazione dell’outcome [44];. difficoltà di intervento su gare che hanno avuto esiti imprevisti e non soddisfacenti, tra cui per esempio prezzo e qualità della fornitura non più in linea con i livelli e gli standard di mercato. Spesso i prezzi della tecnologia diminuiscono nel tempo e la qualità standard aumenta, mentre le pubbliche amministrazioni devono pagare i prezzi più alti e tollerare livelli di qualità inferiori aggiudicati in base agli standard di anni addietro. Per consentire alle amministrazioni di acquisire prodotti e servizi digitali in maniera semplice e veloce, in linea con la rapida evoluzione delle tecnologie e con risparmi effettivi è necessario:. ➔ rinforzare Consip con competenze tecnologicamente qualificate; ad oggi le risorse di Consip sono troppo sbilanciate a favore delle competenze legali rispetto a quelle tecnologiche/operative;. ➔ favorire un sistema di procurement dinamico che consenta forniture pluri-committente, introduca meccanismi tali da poter includere PMI e startup ad alto valore tecnologico e favorisca contratti rinnovabili di importi minori così da poter continuare ad investire solo dove si riscontra valore;. ➔ cambiare drasticamente i processi di gara di acquisto di tecnologia; supportare Consip nel passare da singole gare mono fornitore del valore di centinaia di milioni e di lunga durata, ad accordi quadro multi fornitore di minori importi e di breve durata, rinnovabili nel tempo, e che garantiscano un più facile accesso alle piccole e medie imprese;. ➔ far evolvere il MePA in un digital marketplace dinamico, che faciliti l’accesso a startup e PMI ad alto valore innovativo, e che offra un’esperienza utente semplice ed intuitiva;. ➔ proseguire nei lavori avviati dal Team con Consip per la realizzazione del Codice di condotta per il procurement di tecnologia, contenente i principi da adottare ed includere in ogni nuova nuovo contratto o gara di servizi e prodotti tecnologici indetta da Consip o da ogni altra Pubblica Amministrazione;. ➔ automatizzare i processi, in particolare quelli relativi alle clausole di esclusione previsti dall’art. 80 del codice degli appalti e aggiungere ai compiti di Consip il monitoraggio e l’analisi dei tempi medi di esecuzione delle procedure di appalto (con particolare attenzione agli affidamenti diretti e le gare sotto-soglia), con degli obiettivi chiari di riduzione dei tempi;. ➔ istituire un programma di certificazione che permetta a Consip di velocizzare le procedure di acquisto di prodotti e servizi digitali da parte delle amministrazioni centrali e locali. Tale programma conterrà una lista di requisiti chiari e verificabili e permetterà agli enti maggiormente organizzati di gestirsi in proprio i processi di acquisto in maniera trasparente, nel rispetto di tali requisiti, e controllabili tramite un processo di audit;. ➔ ripensare i meccanismi di governance nelle procedure di acquisto di servizi e prodotti digitali per garantire maggiore coerenza con la strategia di trasformazione digitale descritta dal Piano Triennale, superando i limiti degli attuali pareri AgID [45] - ad oggi AgID non è dotata delle risorse e delle competenze necessarie per verificare che ciò che si compra sia ciò che serve. [37]. L’art. 63 del del D.Lgs. n. 179/2016 prevede per la struttura commissariale una durata fino a 3 anni. [38]. Necessario dotare il SottoSegretario alla Trasformazione Digitale degli stessi poteri di impulso e coordinamento previsti per il Commissario Straordinario dall’art. 63 del D.Lgs. n. 179/2016 e DPCM 16 settembre 2016. [39]. Tra i siti in questione vi sono Directgov e Businesslink . [40]. D.Lgs. 82/2005. [41]. Ad esempio, alcuni comuni stanno incentivando con uno sconto di 5-10€ il pagamento della TARI tramite pagoPA e riallocando la forza lavoro dedicata agli incassi manuali della TARI, in altre attività a più alto valore aggiunto. [42]. Raggruppamento temporaneo di imprese. [43]. Il comma 512 dell’art. 1 della Legge di stabilità 2016 stabilisce che “al fine di garantire l’ottimizzazione e la razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi informatici e di connettività, le PA provvedono ai propri approvvigionamenti esclusivamente tramite Consip SpA o i soggetti aggregatori.” Il paragrafo 4 lettera “c” della Circolare Agid del 24 giugno 2016, n. 2 dice “per procedere ad acquisizioni di beni e servizi informatici e di connettività, le amministrazioni pubbliche devono preliminarmente verificare se sussistono per l’acquisto in questione obblighi di acquisizione centralizzata; in particolare, andrà verificata la sussistenza dell’obbligo di ricorso alle convenzioni Consip (di cui all’articolo 1, comma 449, della l. 296/2006 )”. [44]. Fundamentals Unpacked: outcomes and outputs in the public sector. [45]. Art. 14-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale ...