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Documenti pubblici, digitali.

Quali sono gli aspetti da conoscere della gestione del ciclo di vita di un software?

Accettare segnalazioni e contributi da terzi

Un progetto di software libero è per sua natura a disposizione di tutti. Il suo codice sorgente può essere liberamente consultato anche da persone e e imprese, che a loro volta possono verificarlo, inviare segnalazioni di malfunzionamenti o proporre miglioramenti anche in forma di codice pronto all’uso. Questo modello cambia il tradizionale rapporto tra amministrazione committente e fornitore perché introduce anche la possibilità di contributi esterni o in generale la formazione di un ecosistema di più soggetti che, collaborativamente, migliorano i servizi pubblici a beneficio di tutti.

Il codice libero per la pubblica amministrazione deve essere rilasciato secondo lo schema di riuso descritto nelle “Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni”. Secondo tale schema, una PA titolare di un software, lo deve rilasciare come software libero su un repository pubblico. Dopo il rilascio è probabile, e anzi auspicabile, che altre sviluppatrici e sviluppatori contribuiscano allo sviluppo software risolvendo problemi o aggiungendo nuove funzionalità.

È bene che questo tipo di contributi, una volta esaminati e valutati da un punto di vista architetturale rispetto alla struttura della soluzione e alla loro qualità, vengano accettati e uniti al codice del progetto rilasciato come software libero, nonché alla versione in uso, per migliorare la qualità del proprio software e al contempo evitare la proliferazione di versioni alternative.

Questo consente la possibilità di creare partnership tra enti e istituzioni usando soltanto la forza dei termini di licenza libera e senza bisogno di accordi bilaterali o altre soluzioni ad hoc, mettendo in comune risorse e idee a tutto vantaggio delle persone.