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2. Introduzione al tema e metodologie impiegate

La maturità digitale è definita come “la capacità di un’istituzione di utilizzare, gestire, creare e comprendere il digitale, in modo contestuale (adatto al proprio ambiente e alle proprie esigenze specifiche), olistico (che coinvolge la visione, la leadership, il processo, la cultura e l’organizzazione) e propositivo (costantemente allineato alla missione dell’istituzione)” [1].

La valutazione del grado di maturità digitale di un’istituzione consente di compararlo con quello di realtà consimili e gli strumenti di maturity assessment adottati nel settore culturale permettono ai professionisti della cultura e alle organizzazioni di comprendere e misurare la propria capacità digitale, stabilendo delle strategie e dei piani di miglioramento.

In prima istanza le procedure di maturity assessment sono necessarie per definire il punto di partenza in funzione degli obiettivi da raggiungere, acquisendo la conoscenza delle caratteristiche e dei possibili usi di specifiche tecnologie e soluzioni digitali; inoltre incrementano la consapevolezza delle azioni più efficaci da implementare per reagire agli stimoli indotti dalla trasformazione digitale.

L’assessment (“valutazione”) è una metodologia utile per esaminare, attraverso l’analisi dei processi interni, lo stato di maturità digitale di un’organizzazione e la sua capacità di implementare tecnologie abilitanti ed innovazioni organizzative che rendano più efficiente il modello di gestione adottato.

Dando uno sguardo ai principali modelli di maturity assessment applicati nel mondo aziendale [2], emerge come questi offrano l’opportunità di mappare il livello di maturità digitale (inteso come divario tra le capacità della funzione IT e dei sistemi informativi dell’azienda e le prospettive di sviluppo nel proprio settore) con riferimento alle principali aree di competenza o ai singoli processi aziendali, consentendo una prioritizzazione delle aree/processi fondamentali e l’avvio di un piano di azione strutturato per il raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale.

Lo strumento di autovalutazione per i luoghi della cultura italiani non dovrà essere inteso, quindi, come un ulteriore adempimento burocratico ma svolgerà una funzione “orientativa”, utile per affrontare la transizione digitale. Lo strumento, che verrà appositamente elaborato in funzione delle peculiarità proprie della realtà nazionale, sarà in grado di raccogliere dati omogenei e supportare maggiormente e concretamente gli istituti culturali: intraprendendo singoli percorsi di sviluppo si potrà contribuire, così, alla crescita del grado di maturità digitale del settore.

[1]Finnis, J. (2020). The Digital Transformation Agenda and GLAMs: A Quick Scan Report for Europeana. Culture24.
[2]Tra i quali si segnalano: Component Business Model (CBM) di IBM; Digital Maturity Model (DMM) di Deloitte; Data Management Assessment Tool (DAMA) di DAMA International; Control Objectives for Business Information Technologies (COBIT 5) di ISACA; IT Score for CIOs di Gartner; Digital Maturity Assessment Tool (DMAT) di IBM; Digital Acceleration Index (DAI) di BCG; Digital Maturity Assessment Tool (DMAT) della Aarhus University; Digital Readiness Survey di Bain.