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4.4 Lock-in

Il lock-in è un fenomeno di natura tecnica ed economica tale per cui un’organizzazione non riesce a svincolarsi facilmente da una scelta tecnologica precedentemente effettuata. Tra i fattori che più spesso lo causano vi sono:

  • costi di transizione molto alti, che impediscono di cambiare tecnologia o fornitore se non ad un costo (non solo monetario) molto elevato
  • mancanza di informazioni esaustive sul sistema attuale, che impedisce ad un nuovo fornitore di subentrare in maniera efficiente

Esistono diverse tipologie di lock-in, ma anche diverse pratiche per prevenirlo o almeno ridurlo. Esserne a conoscenza ancor prima di iniziare una migrazione al cloud può aiutare la pubblica amministrazione a mitigare i rischi e i costi connessi a questo fenomeno.

4.4.1 Tipologie di lock-in nella pubblica amministrazione

Il caso di lock-in più comune nell’ambito della pubblica amministrazione è quello legato ai fornitori. Solitamente, infatti, le pubbliche amministrazioni instaurano con quest’ultimi rapporti solidi e di lungo periodo, dai quali difficilmente si svincolano per non ritrovarsi a gestire i problemi connessi al cambio di un fornitore ben consolidato. Questi problemi rappresentano i cosiddetti costi di transizione e possono essere molteplici e di diversa natura. Troviamo costi di natura:

  • burocratica: come ad esempio la progettazione e lo svolgimento della procedura di gara per la selezione di un nuovo fornitore
  • tecnologica: come ad esempio la migrazione dei dati creati fino a oggi dal vecchio al nuovo fornitore
  • operativa: come ad esempio i costi da pagare per eseguire l’operazione di migrazione dei dati di cui sopra

Nell’ ambito dei fornitori di soluzioni tecnologiche ci sono diverse tipologie di lock-in a cui prestare attenzione:

  • lock-in sul dato: può verificarsi nel caso vengano utilizzati software che non permettono di esportare i dati generati nel corso del loro utilizzo secondo formati considerati standard o che lavorano con formati proprietari. Questi software tendono a generare un forte lock-in a causa degli alti costi in cui si incorre per migrare i dati sui nuovi sistemi
  • lock-in sulla conoscenza: può verificarsi nel caso ci sia una scarsa documentazione del software e delle decisioni prese e/o una carenza (o assenza totale) di materiale di formazione. Queste mancanze comportano una bassa condivisione della conoscenza acquisita dal fornitore e aumentano dunque il lock-in sullo stesso. In questo caso, infatti, la pubblica amministrazione è completamente dipendente dal fornitore iniziale per l’ottenimento delle suddette informazioni e non è in grado di fornirle in maniera semplice ad un nuovo affidatario
  • lock-in contrattuale: può verificarsi nel caso vi siano clausole contrattuali che rendono costoso e difficile il cambio di fornitore o software

4.4.2 Come mitigare il lock-in

Vi sono una serie di pratiche tecnologiche, metodologiche e contrattuali che, se attuate dalla pubblica amministrazione e dai suoi fornitori sin dall’inizio di un affidamento, permetteranno di ridurre e mitigare il lock-in insieme ai costi e ai rischi ad esso associati.

4.4.2.1 Pratiche tecnologiche

Come buone pratiche tecnologiche da adottare per mitigare il rischio di lock-in da fornitore consigliamo di:

  • garantire l’interoperabilità mediante l’esposizione di API come definito anche dalle linee guida di AgID e mediante lo scambio di dati in formati standard come JSON o XML
  • evitare l’utilizzo di formati di dato proprietari, ma favorire invece i formati standard e open
  • avere la possibilità di esportare (e possibilmente importare) i dati in un formato standard che garantisca l’interoperabilità e la portabilità ad altri sistemi
  • favorire l’utilizzo di strumenti e framework di sviluppo open e diffusi rispetto a soluzioni sviluppate internamente e di difficile manutenibilità per altri fornitori
  • nel caso di servizi PaaS o IaaS, favorire l’utilizzo di servizi basati su tecnologie open source e valutare l’utilizzo di servizi unici del cloud service provider solo se il valore ottenuto giustifica il maggior costo di switch (ovvero di cambiamento)
  • garantire la portabilità dell’applicativo tramite l’utilizzo di stack tecnologici indipendenti dalla piattaforma
  • favorire l’indipendenza degli applicativi dalle loro dipendenze esterne e di piattaforma come ad esempio hardware, sistema operativo o servizi specifici dei cloud service provider (PaaS o IaaS) tramite l’utilizzo di strumenti di containerizzazione come Docker e architetture che separino il core applicativo della piattaforma
  • favorire l’uso di tecnologie open source
  • in caso di software sviluppato ad-hoc per l’amministrazione, assicurarsi di avere la proprietà e l’accesso al codice sorgente

4.4.2.2 Pratiche metodologiche

Le pratiche metodologiche da adottare per mitigare il rischio di lock-in con il fornitore sono principalmente orientate alla condivisione della conoscenza e possono essere suddivise in due aree: documentazione e metodologia di lavoro.

Documentazione

Spesso giudicata poco utile e non manutenuta nel tempo, la documentazione gioca tuttavia un ruolo molto importante sulla riduzione del lock-in. Questa, infatti, è uno degli strumenti fondamentali che la pubblica amministrazione ha per preservare internamente per successive consultazioni la conoscenza generata dal fornitore.

La chiave per una documentazione efficace sta nel concentrarsi solo sugli aspetti chiave e realmente importanti che la rendano così uno strumento strategico e non un ulteriore costo non necessario. Le informazioni importanti che devono essere documentate sono di vario tipo. Tra queste troviamo:

  • decisioni significative: decisioni impattanti che generalmente possono essere riconosciute dai seguenti aspetti:
    • richiedono molto tempo per essere concordate
    • sono critiche nel raggiungimento di un requisito di progetto
    • il loro impatto nel medio-lungo termine non è chiaro da subito
    • impattano una grossa parte del sistema in oggetto
    • una volta prese ed attuate è difficile tornare alla situazione precedente

Per natura, queste decisioni si distinguono in:

  • architetturali: decisioni di progettazione software che soddisfano un requisito funzionale o non funzionale e che hanno un impatto significativo sull’architettura del sistema
  • relative al business: decisioni che rientrano nell’ambito più strategico dell’amministrazione o di un progetto specifico

I formati che consigliamo di adottare per questo tipo di decisioni sono l’Architectural Decision Records (ADR) e il corrispondente Business Decision Records (BDR). Questi “record” nel tempo formeranno una memoria storica e cronologica delle decisioni prese, risulta quindi fondamentale l’immutabilità del contenuto e il fatto che non debbano mai essere cancellate, anche quando le decisioni sono state sostituite da altre. In allegato a queste linee guida trovate un possibile template per ADR/BDR (vedi allegato “ADR-BDR Template”).

Questo tipo di documentazione può essere conservata direttamente all’interno dei repository di codice sorgente, se a scriverla sono persone coinvolte nello sviluppo software, altrimenti si consiglia di crearla e conservarla con un software specifico per la gestione della documentazione.

  • artefatti generati durante il processo di migrazione: artefatti che devono essere conservati in aggiunta alle decisioni significative prese per tenere traccia dell’importante conoscenza generata durante il processo di migrazione. Alcuni esempi non esaustivi sono:
    • diagramma architetturale per visualizzare l’organizzazione delle risorse infrastrutturali on-premise e/o in cloud, evidenziando in particolare:
      • macchine virtuali
      • database
      • storage
      • networking
      • sistemi di bilanciamento del carico
      • sistemi di backup
      • servizi specifici del cloud service provider
    • procedure di alerting e monitoring
    • procedure di rilascio
    • procedure di patching
    • procedure di review della sicurezza
    • guida alla gestione delle identità e rispettivo accesso ai sistemi (IAM)
    • documentazione delle API dei servizi
    • documentazione delle personalizzazioni sviluppate sugli applicativi
  • materiale di formazione: materiale informativo sui software adottati dall’amministrazione, per evitare che il fornitore sia il detentore unico di questa conoscenza. La presenza di documentazione che evidenzi come interagire ed eventualmente amministrare il software permetterà all’amministrazione di essere più autonoma e veloce nell’organizzazione e formazione dei suoi impiegati, avvalendosi del supporto del fornitore solo in casi particolari e più complessi.

Uno dei principali rischi associato alla documentazione è che essa smetta di essere manutenuta regolarmente diventando, nel peggiore dei casi, una fonte di informazioni obsolete e soprattutto sbagliate. Una tecnica utile a mitigare questo rischio è quella di creare meeting ricorrenti in cui fare revisione delle informazioni documentate fino a quel momento, così da tenere sempre alto il livello di attenzione su questo strumento strategico e identificare tempestivamente eventuali mancanze.

Metodologia di lavoro

Lavorare insieme ai fornitori seguendo buone pratiche di collaborazione e condivisione può ridurre significativamente il rischio di lock-in. Per questo motivo, consigliamo di adottare le seguenti buone pratiche:

  • incontri di allineamento: incontri ricorrenti che aiutino a raggiungere un buon grado di condivisione della conoscenza riducendo i rischi connessi al lock-in su di essa. In particolare, consigliamo di organizzare i seguenti incontri di allineamento:

    • showcase: un incontro di circa un’ora da organizzare alla fine di ogni iterazione (ogni una o due settimane) durante il quale si presentano i risultati raggiunti e il valore prodotto nell’iterazione corrente e si discute il piano per l’iterazione successiva integrando eventuali feedback (vedi capitolo 5.1.4)
      Partecipanti: team del fornitore, team tecnico dell’amministrazione, responsabili di progetto dell’amministrazione
      Durata massima: 60 minuti
    • tech review: meeting in cui si riuniscono il personale tecnico dell’amministrazione e del fornitore per poter condividere considerazioni importanti in merito ad architettura e codice del software o decisioni importanti dal punto di vista infrastrutturale.
      Partecipanti: team tecnico del fornitore, team tecnico dell’amministrazione
      Durata massima: 60 minuti
  • pairing: tecnica in cui due persone lavorano insieme per risolvere un problema così da condividere opinioni e soluzioni in maniera trasparente e rapida. Nello specifico ambito dello sviluppo software questa tecnica viene denominata “Pair Programming”. Uno dei suoi vantaggi è la facilità con cui si condividono conoscenze e contesto aumentando nel complesso il flusso dell’informazione all’interno del team e aiutando a conservare la conoscenza all’interno dell’amministrazione

  • visual management: tecnica di comunicazione che attraverso l’utilizzo di artefatti visuali punta a comunicare informazioni chiave per il team. Nell’ambito di una migrazione può essere usata, ad esempio, per la visualizzazione dei lavori in corso con una Kanban board (vedi capitolo 5.1.4). L’aspetto chiave di questa tecnica è appunto l’utilizzo di informazioni visuali come rimedio all’ambiguità interpretativa delle comunicazioni verbali.

4.4.2.3 Pratiche contrattuali

I criteri per la qualificazione dei Cloud Service Provider per la PA, richiedono esplicitamente ai CSP di garantire l’assenza di ogni tipo lock-in dell’Acquirente nei confronti del Fornitore Cloud. È bene però integrare questo primo livello di mitigazione del rischio considerando le pratiche tecnologiche e metodologiche illustrate sopra ancor prima di iniziare l’affidamento.

In particolare, nella fase di pianificazione dell’affidamento, è necessario che l’amministrazione non solo definisca i bisogni funzionali relativi al software richiesto, ma consideri anche, oltre al costo iniziale, i costi futuri relativi alla manutenzione della soluzione e alla sua potenziale migrazione su nuovi sistemi o su fornitori diversi.

Si consiglia quindi, con lo scopo di mitigare i rischi e i costi connessi al lock-in, di introdurre nei documenti di gara le opportune clausole relative alle buone pratiche presentate in questo capitolo.