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3.4 Migrazione delle licenze software in cloud

Le licenze sono un aspetto da considerare con attenzione nella migrazione al cloud in quanto riguardano diversi ambiti: sistemi operativi, application server, database, strumenti e molto altro.

Gli accordi di licenza definiscono come il software di un fornitore può essere utilizzato da un’organizzazione. La maggior parte di questi però è stata scritta quando gli ambienti IT tipici erano costituiti da PC desktop e server fisici di vari tipi, tutti di proprietà e gestiti dal cliente. I data center disponevano di rack pieni di server per singole applicazioni, ognuna con il proprio storage collegato. Negli ultimi due decenni la sala server si è però evoluta attraverso la virtualizzazione dei server stessi, fino alla virtualizzazione dell’intera infrastruttura di calcolo. Allo stesso modo, l’utilizzo dei servizi da parte degli utenti finali si è evoluto passando dalla fruizione su un singolo dispositivo per utente a potenzialmente più dispositivi (laptop, desktop, tablet, dispositivo mobile) per ogni utente.

Gli accordi di licenza a loro volta sono cambiati per tenere conto di questo panorama in evoluzione. Tramite i diritti di utilizzo secondari ad esempio, si consente l’uso del software in maniera non simultanea su un desktop e un laptop, o, con la trasformazione sempre più verso abbonamenti per utente, si consente l’implementazione su dispositivi illimitati.

Nel mondo dei data center c’è stata un’evoluzione, per tenere conto delle macchine virtuali e quindi dei processori ad alta densità di core. Gran parte del software server side è ora concesso in licenza “per core” o su base utente nominativa. In alcuni casi è stato anche interrotto il collegamento tra l’hardware fisico sottostante e il software eseguito su di esso. È stato concesso il diritto di spostare il software in modo dinamico, solitamente a un costo aggiuntivo o con alcune restrizioni ed alcuni fornitori stanno iniziando ad affrontare le sfide di licenza presentate dalla containerizzazione.

I modelli di licenza del software sono dunque in costante evoluzione, al passo con il corrispondente panorama tecnologico e, come parte integrante del piano di migrazione al cloud, è compito delle organizzazioni verificare se le licenze utilizzate on-premise possano essere trasferite o convertite in licenze cloud o meno.

Abbiamo illustrato le diverse tipologie di licenze on-premise e open source nel capitolo 3.1. Di seguito parleremo delle tipologie di licenze cloud e di alcuni accorgimenti necessari quando si considera la migrazione di un applicativo sotto licenza da on-premise al cloud.

3.4.1 Tipologie di licenze cloud

Vi sono diverse tipologie di licenze cloud:

  • licenza ad abbonamento: permette di pagare per l’utilizzo del software o servizio per un determinato periodo di tempo con anche la possibilità di annullare in qualsiasi momento l’abbonamento.Questo tipo di licenze vengono solitamente fornite su periodi mensili o annuali. Pagando mensilmente si ha una maggiore flessibilità potendo scegliere se mantenere o meno il servizio attivo. Il pagamento di una licenza annuale può però portare a significativi risparmi sui costi. Molti fornitori consentono inoltre di iniziare con una licenza mensile per poi passare a una licenza annuale proporzionale, fornendo così una sorta di periodo di prova. Questo tipo di licenza è molto comune tra i fornitori di servizi SaaS.
  • licenza per utilizzo (pay-as-you-go): la tecnologia ha permesso ai fornitori di avere accesso a strumenti avanzati che gli permettono di monitorare accuratamente l’utilizzo dei loro software e servizi, aprendo la porta a un diverso tipo di licenza: per utilizzo o pay-as-you-go. Con questo tipo di licenza si paga sulla base della quantità del sistema che si utilizza. Vi sono diverse modalità di misurazione del consumo, come ad esempio:
    • Numero di processi eseguiti sul server del fornitore
    • Quantità di spazio su disco utilizzato
    • Dimensione del database e / o numero di query effettuate

Questo tipo di licenza consente di iniziare con il numero di risorse necessarie e di scalare con la crescita con l’assunzione che se viene usato maggiormente il software o l’hardware, è perché si sta crescendo e l’investimento maggiore è quindi giustificato. Un ultimo aspetto di questa licenza è che consente ai venditori di monitorare l’utilizzo su tutti i dispositivi, eliminando il problema, sia per il cliente che per il fornitore, di provare a concedere in licenza il software su ciascun dispositivo separatamente.

  • licenza per istanza (pay-by-instances): questo modello di licenza si applica principalmente ai servizi cloud IaaS e PaaS. In questo scenario, si paga per ogni server o istanza di macchina virtuale che il fornitore esegue. Questo modello di licenza offre molti dei vantaggi della licenza per utilizzo perché si paga solo ciò di cui hai bisogno e si utilizza. Risulta un modello di licenza molto conveniente soprattutto quando si debbono creare istanze per provare qualcosa o mostrare dei prototipi per i quali non sarà poi più necessario mantenere attiva l’istanza.
  • Bring Your Own License (BYOL): come visto in precedenza, vi sono varie licenze utilizzabili on-premise e una cosa in comune a tutte queste è il concetto di proprietà dell’hardware su cui vengono fatti girare gli applicativi. In cloud però non si possiede l’hardware, non si ha idea su quale server sia in esecuzione il software licenziato ed esistono dinamiche come la capacità di assegnare nuove risorse hardware in modo dinamico in caso di traffico in eccesso. Vi è quindi una nuova esigenza relativa a come assicurarsi di rispettare i requisiti di licenza relativi a territorio, calcolo e proprietà nel cloud. La risposta dei venditori è stata (in alcuni casi) consentire l’utilizzo delle licenze on-premise su infrastruttura cloud dedicata come istanze dedicate, host dedicati e istanze riservate. Le istanze dedicate possono essere utilizzate laddove la licenza consenta l’utilizzo per macchina virtuale mentre gli host dedicati forniscono la conformità per il software concesso in licenza per host fisico. Le istanze riservate possono essere utilizzate per ridurre potenzialmente i costi nel tempo - offrono infatti uno sconto in cambio di un impegno a lungo termine (come 12 mesi). Poiché il server è dedicato, viene considerato come un’estensione del data center on-premise dal punto di vista delle licenze. Sebbene questo tipo licenze possano consentire l’utilizzo di software esistenti on-premise in cloud, è solitamente necessario pagare un costo aggiuntivo. Oltre a questo costo è importante considerare anche l’aspetto relativo al rischio. La proprietà delle licenze infatti rimane e con essa la responsabilità di garantire la conformità in caso di processi di audit. Ad esempio, è necessario assicurarsi che le licenze precedentemente utilizzate on-premise siano ora utilizzate solo nel cloud.

3.4.2 Gestione delle licenze per la migrazione al cloud

La gestione delle licenze in una prospettiva che privilegi la migrazione al cloud deve seguire questi approcci:

  • Le licenze in scadenza vanno considerate con priorità per la migrazione ad una soluzione cloud-based (applicativo “opportunità da cogliere”) e le licenze mantenute attive solo il tempo minimo necessario a completare la migrazione

  • Le licenze ad uso perpetuo vanno considerate per BYOL se possibile o per la dismissione ed il passaggio ad una soluzione cloud con la relativa licenza. In caso vi siano investimenti significativi in ammortamento è necessario definire un termine per la dismissione della licenza e pianificare la migrazione in modo che il sistema in cloud sia disponibile e pienamente operativo per quel termine

  • I software middleware on-premise sotto licenza come ad esempio gli application server o DBMS sono tipicamente sfruttati da più di un applicativo. Questi componenti non vengono migrati immediatamente in quanto sono necessari a tutti quegli applicativi ancora on-premise e in attesa di migrazione.
    Il risultato è una situazione ibrida in cui è necessario mantenere attivi sia i middleware on-premise che i middleware, o loro alternative, in cloud.
    Oltre che l’impatto sulla gestione, questa duplicazione di ambienti anche se temporanea comporta un costo relativo alle licenze per le quali è dunque importante considerare bene l’impatto sul costo della migrazione ed eventuali accordi possibili con i fornitori di servizi su tipologie di licenze ibride.