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Documenti pubblici, digitali.

5. Dati della Pubblica Amministrazione

I dati delle pubbliche amministrazioni, unitamente ai meccanismi e alle piattaforme create per offrire servizi, costituiscono uno dei principali patrimoni digitali della PA. La conseguente valorizzazione di questo patrimonio digitale è un obiettivo strategico da perseguire.

La rappresentazione dei dati della Pubblica Amministrazione come “patrimonio” fornisce un’immagine quanto mai realistica ed efficace circa la natura dei dati come beni e, in particolare, consente di individuare, con senso immediato, le potenzialità che possono derivare dal loro utilizzo, superando il confine dell’adempimento amministrativo in cui il dato stesso viene formato e generalmente utilizzato.

La strategia Horizon 2020 ha come obiettivo il miglioramento della competitività dell’UE, conservando allo stesso tempo il modello di economia sociale di mercato e migliorando sensibilmente l’efficacia dell’utilizzo delle risorse.

In tale contesto, diventa essenziale sfruttare le potenzialità del patrimonio di dati gestiti dalla Pubblica Amministrazione. Gli strumenti offerti dalla legislazione vigente, in particolare il CAD e le norme di recepimento e implementazione della direttiva INSPIRE e della direttiva Public Sector Information (PSI), ci consentono di definire due ambiti strategici: da una parte la condivisione dei dati tra PA, a titolo gratuito, per finalità istituzionali e, dall’altra, il riutilizzo dei dati, anche per finalità commerciali, da parte di portatori di interesse (stakeholder interessati).

Al fine di dare concreta attuazione a questi principi, sono individuate due macro aree:

  • basi di dati di interesse nazionale: la condivisione di dati delle PA per fini istituzionali va generalmente adottata per tutte le tipologie di dati per i quali tale politica è applicabile, nell’ambito di quanto previsto dall’art. 50 del CAD. Abilitare la condivisione dei dati più ampia tra amministrazioni consente di raggiungere obiettivi di razionalizzazione dei dati, eliminando la tipica gestione a silos e quindi duplicazioni non necessarie (attuazione del principio once only per cui si evita di richiedere informazioni già in possesso delle PA). A tale riguardo giocano un ruolo strategico le basi di dati di interesse nazionale, definite dall’articolo 60 del CAD, ovvero basi di dati omogenee per tipologia e contenuto, rilevanti per lo svolgimento delle funzioni istituzionali delle pubbliche amministrazioni;
  • dati aperti: comunemente chiamati Open data, abilitano il riutilizzo dei dati da parte di chiunque e per qualunque scopo, anche commerciale, purché non vi siano particolari restrizioni (ad es. segreto di Stato, segreto statistico, vincoli di protezione dei dati personali come definiti dal Garante della privacy). L’apertura dei dati pubblici (in generale i dati conoscibili da chiunque) per il loro riutilizzo è un’azione specifica nell’ambito del Mercato Unico Digitale (Digital Single Market), primo pilastro dell’Agenda digitale europea, volto a sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività. Con la Comunicazione “Towards a common european data space” (COM (2018) 232) del 25 aprile 2018, la Commissione ha proposto un pacchetto di misure come passo fondamentale verso la creazione di uno spazio comune dei dati nell’UE; tra esse, particolare rilevanza riveste la proposta di revisione della Direttiva PSI (COM (2018) 234).

Correlate alle suddette macro aree, la strategia per i dati prevede azioni funzionali ai processi sia di condivisione che di riutilizzo dei dati, riconducibili alla creazione di vocabolari controllati e modelli di dati, cioè una modalità strutturata per organizzare codici e nomenclature ricorrenti in maniera standardizzata e normalizzata (vocabolari controllati) e una concettualizzazione nell’ambito di un dato dominio (ontologia o modello dei dati condiviso).

Ciò stante, è bene evidenziare che a livello di Unione Europea, ma anche a livello nazionale, si registra la crescente necessità di un migliore coordinamento tra le varie politiche sui dati, in particolare per l’attuazione della direttiva INSPIRE nel contesto delle politiche di eGoverment. In tal senso si esprimono, in particolare, il Piano d’azione per l’eGovernment dell’UE 2016 - 2020 (COM (2016) 179 final) e il nuovo Quadro europeo di interoperabilità (COM (2017) 134 final). In particolare, l’informazione territoriale segue le regole di implementazione della direttiva INSPIRE per quanto riguarda l’armonizzazione dei dati, i servizi di accesso ai dati, i modelli di interoperabilità, l’obbligo e le modalità di condivisione dei dati tra amministrazioni, ecc. Rientrano invece nell’ambito della direttiva PSI le condizioni per il riutilizzo dei dati stessi da parte di terzi (licenza, tariffazione, ecc.).

5.1. Basi di dati di interesse nazionale

5.1.1. Scenario

Le basi di dati di interesse nazionale rappresentano uno degli aspetti chiave delle strategie ICT a livello nazionale e internazionale, in quanto infrastrutture fondamentali per supportare interazioni tra pubbliche amministrazioni e, ove previsto, tra queste e i privati.

Nell’ambito del citato European Interoperability Framework esse sono dette Base Register, fonti affidabili, autentiche e ufficiali di dati delle pubbliche amministrazioni particolarmente rilevanti (e.g. persone, strade, edifici, organizzazioni, ecc.), che costituiscono il fondamento per la costruzione di servizi pubblici.

Nel contesto del modello strategico dell’ICT nella Pubblica Amministrazione, considerata la crescente rilevanza delle basi di dati di interesse nazionale anche per lo svolgimento delle funzioni istituzionali delle altre pubbliche amministrazioni (oltre a quelle proprie delle amministrazioni titolari) è opportuno attivare processi finalizzati a garantire un adeguato livello di qualità dei dati.

L’articolo 60 del CAD fornisce un primo elenco di Basi di dati di interesse nazionale e demanda ad AGID il compito di individuare (e pubblicare) l’elenco di tali basi di dati, evidenziando il compito di definire e pubblicare i piani di aggiornamento dei servizi da parte delle amministrazioni responsabili.

Il comma 3-bis dello stesso articolo ha indicato le seguenti basi di dati di interesse nazionale:

  • il Repertorio nazionale dei dati territoriali (RNDT) - Titolare: AGID;
  • l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) - Titolare: Ministero dell’Interno;
  • la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNCP) - Titolare: ANAC;
  • il Casellario giudiziale - Titolare: Ministero della Giustizia;
  • il Registro delle imprese - Titolare: UnionCamere;
  • gli Archivi automatizzati in materia di immigrazione e di asilo - Titolare: Ministero dell’Interno;
  • l’Anagrafe nazionale degli assistiti (ANA) - Titolari: Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero della Salute;
  • l’Anagrafe delle aziende agricole - Titolari: Regioni e Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

A queste sono state aggiunte anche le seguenti basi di dati, disciplinate dal contesto normativo del CAD e dal decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179:

  • l’Archivio nazionale dei numeri civici delle strade urbane (ANNCSU) - Titolare: ISTAT e Agenzia delle Entrate;
  • la Base dati catastale - Titolare: Agenzia delle Entrate;
  • l’Indice dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi (IPA) - Titolare: AGID;
  • l’Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata di professionisti e imprese (INI-PEC) - Titolare: Ministero dello Sviluppo Economico.

Inoltre, lo stesso articolo 60 assegna ad AGID la possibilità di ampliare il precedente elenco. In tale senso, in aggiunta alle basi di dati presenti nei riferimenti normativi sopra citati, con il Piano Triennale 2017 - 2019 sono state identificate le seguenti basi di dati:

  • il Pubblico registro automobilistico (PRA) - Titolare: ACI;
  • l’Anagrafe tributaria - Titolare: Agenzia delle Entrate;
  • il Catalogo dei dati delle Pubbliche amministrazioni - Titolare: AGID;
  • il Catalogo dei servizi a cittadini e imprese - Titolare: AGID;
  • il Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SINFI) - Titolare: Ministero dello Sviluppo Economico.

Alla luce delle attività in corso su cui AGID è coinvolta, è stata individuata la seguente ulteriore base di dati di interesse nazionale:

  • il Catalogo del servizio bibliotecario nazionale SBN - Titolare Ministero per i beni e le attività culturali.

AGID aggiorna sul proprio sito istituzionale l’elenco delle Basi di dati di interesse nazionale (e le relative schede descrittive compilate dalle amministrazioni titolari). Dopo la pubblicazione del Piano Triennale 2017 - 2019, alcune basi di dati hanno avuto un’evoluzione della quale è, di seguito, opportuno dare conto.

5.1.1.1. Repertorio Nazionale dei dati territoriali

Il Repertorio Nazionale dei dati territoriali rappresenta il punto di accesso al prezioso patrimonio territoriale, geografico e ambientale del nostro Paese, strumento indispensabile per la gestione delle politiche del territorio. Esso raccoglie i metadati che descrivono dati geospaziali e relativi servizi disponibili presso le amministrazioni. Il ruolo di AGID nel settore dell’Informazione Geografica trova il principale riferimento normativo nell’articolo 59 del CAD che istituisce il Repertorio nazionale dei dati territoriali, catalogo nazionale di metadati riguardanti i dati territoriali e i servizi ad essi relativi disponibili presso le pubbliche amministrazioni; il successivo articolo 60 lo individua come Base di dati di interesse nazionale.

Il Repertorio implementa, in Italia, il Regolamento (CE) n. 1205/2008 del 3 dicembre 2008 recante attuazione della Direttiva INSPIRE per quanto riguarda i metadati, tenendo altresì conto del Regolamento (UE) n. 1089/2010 del 23 novembre 2010, per quanto riguarda l’interoperabilità dei dati territoriali e dei servizi ad essi relativi.

Esso costituisce parte integrante dell’infrastruttura nazionale per l’informazione territoriale INSPIRE configurandosi, inoltre, come registro pubblico dei dati in esso documentati, di cui ne certifica l’esistenza. Contemporaneamente il Repertorio, riferendosi ad un sottoinsieme dei dati della Pubblica Amministrazione, è una infrastruttura finalizzata alla implementazione della direttiva PSI ai fini del riutilizzo dell’informazione pubblica. Con riferimento a tale aspetto, assume particolare rilevanza la gestione coordinata dei cataloghi nazionali, che costituiscono la base di conoscenza delle risorse informative delle pubbliche amministrazioni: il Repertorio nazionale dei dati territoriali e il Catalogo nazionale dati.gov.it (si veda par. 5.2).

La versione 2.0 del Repertorio nazionale dei dati territoriali ha assunto il nome a dominio geodati.gov.it (URL https://geodati.gov.it) e la conseguente registrazione come infrastruttura di riferimento per l’erogazione dei servizi di ricerca, nonché per le rilevazioni ufficiali di monitoraggio nel contesto della implementazione della direttiva INSPIRE in Italia. Al riguardo, entro il 2019 si provvederà ad effettuare la revisione delle regole tecniche (da adottare ai sensi dell’articolo 71 del CAD) per tenere conto, tra l’altro, delle regole per l’implementazione dei metadati su dataset e servizi definiti nel contesto di attuazione della Direttiva INSPIRE, che andranno in vigore da dicembre 2019, e delle evidenze implementative riscontrate nel contesto delle amministrazioni italiane.

La documentazione dei dati territoriali è naturalmente uno degli obiettivi di riferimento ai fini della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. È un’attività ricorrente effettuata dalle amministrazioni che provvedono ad alimentare il Repertorio nazionale dei dati territoriali (RNDT) utilizzando il profilo nazionale di metadati INSPIRE/RNDT [1].

[1]Decreto 10 novembre 2011 G.U. n°48 del 27/02/2012 s. o. n. 37

5.1.1.2. Catalogo dei servizi

Il catalogo dei servizi - servizi.gov.it - è lo strumento che permetterà alle pubbliche amministrazioni di partecipare al censimento guidato dei propri servizi digitali (effettuato secondo l’ontologia europea CPSV-AP e la sua estensione italiana CPSV-AP_IT) consentendo ai cittadini di essere indirizzati all’utilizzo degli stessi servizi e mettendo a loro disposizione informazioni semplificate e aggiornate.

Il censimento dei servizi della Pubblica Amministrazione - oltre al beneficio di guidare i cittadini nei rapporti con la PA - fornisce una serie di vantaggi e possibili estensioni che, di fatto, rende il sistema uno strumento utile anche per l’ottimizzazione della gestione dei servizi che spesso vengono documentati su più sistemi in maniera eterogenea.

Il sistema verrà utilizzato da parte di diversi applicativi di gestione componenti (SPID, pagoPA, Web Analytics ecc.) per i propri sistemi di amministrazione e integrazione.

5.1.1.3. ANPR

L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) è la banca nazionale centrale unica nella quale confluiscono progressivamente le anagrafi comunali, l’anagrafe centrale unica di tutti i cittadini e i residenti in Italia. Essa contiene i dati anagrafici, gli indirizzi di residenza e rappresenta l’archivio di riferimento delle persone fisiche appunto residenti, per tutti gli altri sistemi nazionali (migrazione da anagrafi locali ad anagrafe centrale in corso). È istituita presso il Ministero dell’Interno ai sensi dell’articolo 62 del D.Lgs. n. 82/2005 (Codice dell’amministrazione digitale). Il Decreto Ministeriale 194/2014 stabilisce i requisiti di sicurezza, le funzionalità per la gestione degli adempimenti di natura anagrafica, le modalità di integrazione con i diversi sistemi gestionali nonché i servizi da fornire alle pubbliche amministrazioni ed Enti che erogano pubblici servizi che, a tal fine, dovranno sottoscrivere accordi di servizio con lo stesso Ministero.

ANPR non è solo una banca dati ma un sistema integrato che consente ai Comuni di svolgere i servizi anagrafici ma anche di consultare o estrarre dati, monitorare le attività, effettuare statistiche. È previsto l’avvio della sperimentazione dell’Archivio nazionale informatizzato dei registri di stato civile in ANPR.

Il popolamento della banca dati di interesse nazionale ANPR evidenzia un incremento nell’ultimo periodo, nel dettaglio da meno di 300.000 abitanti e 13 comuni nel settembre 2017 (data della firma del contratto) si è raggiunto il numero di quasi 19 milioni di abitanti e oltre 1600 comuni a fine gennaio 2019 (il monitoraggio in tempo reale della migrazione dei comuni verso ANPR è disponibile nella dashboard ANPR - Stato della migrazione). L’incremento del processo di subentro dei Comuni in ANPR constatato nell’ultimo periodo è imputabile all’assetto della governance del progetto stesso che individua un Program Office (PO) di nomina commissariale, a cui è stata attribuita la funzione di coordinare e verificare le azioni tecniche per la realizzazione del progetto.

L’introduzione di questa nuova funzione ha permesso di:

  • coordinare le attività ponendosi quale elemento di raccordo tra il Ministero dell’Interno, quale Amministrazione responsabile del progetto, e Sogei, quale partner tecnologico del progetto;
  • predisporre nuovi interventi per valorizzare i risultati conseguiti dalla realizzazione del sistema ANPR (integrazione registro nazionale di stato civile, certificazione anagrafica nazionale, ecc.);
  • incrementare le azioni di comunicazione verso tutti gli stakeholder migliorando la trasparenza sullo stato del progetto;
  • valorizzare il progetto ANPR nell’ambito delle azioni previste dal Piano Triennale dando seguito alle necessarie azioni di raccordo con le altre iniziative (Vocabolari Controllati, SPID, Modello Interoperabilità);
  • contribuire alla creazione di una comunità tecnica attraverso strumenti di supporto aperti svolgendo un ruolo di coordinamento e di integrazione con i fornitori dei Comuni.

5.1.1.4. IPA

L’Indice dei domicili digitali delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi (articolo 6-ter del CAD), IPA, è l’elenco pubblico di fiducia contenente i domicili digitali da utilizzare per le comunicazioni e per lo scambio di informazioni e per l’invio di documenti a tutti gli effetti di legge tra le pubbliche amministrazioni, i gestori di pubblici servizi e i privati. Le pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad iscriversi all’IPA presentando istanza ad AGID, fornendo le informazioni necessarie alla individuazione dell’Ente e indicando nella propria organizzazione coloro che gestiranno i contenuti informativi da riportare nell’IPA. A seguito dell’accoglimento dell’istanza, è cura dell’Ente tenere aggiornate tutte le informazioni inserite in IPA, per consentirne il corretto utilizzo. Ciascun Ente iscritto all’IPA può eleggere uno o più domicili digitali in relazione alla propria organizzazione.

L’IPA costituisce l’anagrafica delle PA funzionale ad un insieme sempre più ampio di processi della PA: ad esempio si citano il protocollo informatico, la fatturazione elettronica, la certificazione dei crediti, il registro nazionale alternanza scuola lavoro. Gli Enti accreditati sono circa 23.000 (dati aggiornati sul sito Indice delle pubbliche amministrazioni). Nel corso del 2018, i livelli medi di utilizzo annuali dell’IPA sono stati i seguenti:

  • visualizzate più di 7 milioni di pagine;
  • download di 776.683 file open data;
  • quasi 13 milioni di accessi tramite protocollo LDAP;
  • oltre 2 milioni di interrogazioni tramite web service.

5.1.2. Obiettivi

  • Basi dati di interesse nazionale - sulla base delle schede descrittive previste dal precedente Piano Triennale, è necessario avviare una strategia condivisa con le amministrazioni titolari delle basi di dati di interesse nazionale, finalizzata alla definizione dei piani di sviluppo e aggiornamento dei servizi per l’utilizzo di dette basi di dati da parte delle altre amministrazioni (articolo 60, comma 2-ter, del CAD);
  • basi dati di interesse nazionale - predisporre, con le amministrazioni titolari delle basi di dati di interesse nazionale, le Linee guida per la definizione di standard e criteri di sicurezza e di gestione (articolo 60, co. 2-bis, del CAD);
  • basi dati di interesse nazionale - promuovere l’uso degli standard internazionali sulla qualità dei dati UNI CEI ISO/IEC 25012:2014 applicando, in particolare, le regole tecniche definite da AGID con la Determinazione n. 68/2013 per le basi di dati critiche, favorendo altresì il processo di misurazione della qualità dei dati sulla base degli standard UNI CEI ISO/IEC 25024:2016;
  • RNDT – superare la problematica connessa alla corretta documentazione (e accesso) dei dati territoriali resi disponibili in open data, allineando le informazioni contenute nel Repertorio nazionale dei dati territoriali (geodati.gov.it) rispetto al catalogo dati.gov.it attraverso l’implementazione dello standard GeoDCAT-AP;
  • Catalogo dei servizi - facilitare il progressivo popolamento da parte delle pubbliche amministrazioni; migliorare i processi per la completa interoperabilità e utilizzabilità con sistemi terzi;
  • ANPR - completare la migrazione dei dati dalle anagrafi comunali ad ANPR, assicurando durante le fasi del ciclo di vita dei dati un elevato indice di qualità degli stessi;
  • ANPR - avviare la sperimentazione dell’Archivio nazionale informatizzato dei registri di stato civile in ANPR;
  • IPA - monitorare lo scenario attuale relativamente a tutti gli argomenti esposti, e recepire le disposizioni previste dal Decreto Legislativo n. 217 del 13 dicembre 2017.

5.1.3. Linee di azione

LA14 - Definizione delle linee di sviluppo delle basi di dati di interesse nazionale

Tempi
Da gennaio 2019
Attori
PA titolari basi di dati di interesse nazionale e AGID
Descrizione
Tavoli di lavoro congiunto tra AGID e le PA titolari di basi di dati di interesse nazionale lavorano alla definizione dei Piani di sviluppo e aggiornamento dei servizi per l’utilizzo delle medesime basi di dati, al fine di favorire la fruibilità delle informazioni ivi contenute da parte di tutti i soggetti aventi titolo secondo i principi stabiliti nel Piano Triennale.
Risultati
Ciascun Tavolo di lavoro redige un documento programmatico per le linee di sviluppo per le basi dati di interesse nazionale (dicembre 2020).
Aree di intervento
Nel breve periodo impatto su PA titolari di basi di dati di interesse nazionale e su tutta la PA. Nel medio/lungo impatto su imprese, cittadini, altri soggetti istituzionali e categorie specifiche di utenza.

LA15 - Implementazione standard Geo - DCAT-AP_IT

Tempi
In corso
Attori
AGID, PA
Descrizione
Il rilascio della nuova versione del Repertorio nazionale dei dati territoriali consente di procedere alle attività di sviluppo applicativo per l’implementazione dello standard GeoDCAT-AP, in coerenza con le indicazioni contenute nelle Linee guida rese disponibili da AGID (obiettivo del precedente Piano Triennale 2017 - 2019).
Risultati

Implementazione dello standard “Geo DCAT-AP” (entro giugno 2019) sul Repertorio nazionale dei dati territoriali.

Adozione dello standard da parte delle regioni e delle PA centrali coinvolte (giugno 2020).

Aree di intervento
Nel breve periodo, impatto sulle PA; nel medio-lungo periodo impatto su imprese, cittadini, altri soggetti istituzionali e categorie specifiche di utenza.

LA16 - Disponibilità Catalogo dei servizi (servizi.gov.it)

Tempi
In corso
Attori
AGID, PA
Descrizione
AGID implementa nuove funzionalità del Catalogo dei servizi (servizi.gov.it) volte alla completa interoperabilità con sistemi terzi e attua iniziative finalizzate al popolamento del Catalogo. Le PA procedono al popolamento del Catalogo sia in maniera diretta (attraverso backend), sia attraverso terze parti (API).
Risultati

Le PA inseriscono i propri servizi nel Catalogo attuale (da gennaio 2019).

AGID rilascia le nuove funzionalità del Catalogo (entro dicembre 2019).

Aree di intervento
Nel breve periodo, impatto sulle PA.

LA17 - Completamento del popolamento di ANPR

Tempi
In corso
Attori
Ministero dell’Interno, Sogei, Comuni
Descrizione
Completamento del popolamento di ANPR con i dati delle anagrafi comunali (APR) e delle anagrafi della popolazione residente all’estero (AIRE).
Risultati
I 7.915 comuni italiani popolano ANPR effettuando la migrazione delle APR e AIRE locali (data di rilascio: in fase di riprogrammazione).
Aree di intervento
Nel breve periodo sulle PA e sui cittadini.

LA18 - Sperimentazione dell’archivio nazionale informatizzato dei registri di stato civile in ANPR

Tempi
Da gennaio 2019
Attori
Ministero dell’Interno, Sogei, Comuni
Descrizione
Attraverso la sperimentazione su un campione significativo di comuni italiani si provvederà alla realizzazione di prototipi di registri di stato civile, valutando le possibili semplificazioni derivanti dalla digitalizzazione e centralizzazione degli stessi.

Risultati Sperimentazione dell’archivio nazionale informatizzato dei registri di stato civile (dicembre 2019).

Aree di intervento Nel breve periodo, impatto sulle PA coinvolte. Nel medio-lungo periodo, impatto sui cittadini.

LA19 - Adozione delle Linee Guida IPA

Tempi
In corso
Attori
AGID, PA e gestori di pubblici servizi
Descrizione
AGID ha redatto le Linee Guida relative alle Regole tecniche da seguire per l’iscrizione e l’aggiornamento dei dati in IPA. Le amministrazioni e i gestori di pubblici servizi devono attenersi alle regole prescritte.
Risultati
AGID pubblica Linee Guida sul sito web dandone notizia in Gazzetta Ufficiale (giugno 2019).
Aree di intervento
Nel breve periodo, impatto su tutte le PA, sui gestori di pubblici servizi e sui cittadini.

5.2. Dati aperti

5.2.1. Scenario

Il riutilizzo dei dati rappresenta il fine ultimo delle politiche di Open data, ovvero del processo che mira a rendere disponibili a tutti, per qualunque finalità, anche commerciale, i dati in possesso di enti pubblici.

Il contesto normativo di riferimento è quello del CAD (articolo 1 comma 1 lettera l-ter) e della direttiva PSI (2003/98/CE e 2013/37/UE) recepita con il D.Lgs. n. 36/2006 (come modificato dal D.Lgs. n. 102/2015) che disciplina le modalità di riutilizzo, definendone altresì l’ambito di applicazione, con le relative esclusioni e norme di salvaguardia.

Gli open data sono definiti come dati di tipo aperto nell’articolo 1, lettera l-ter) del CAD che individua le seguenti caratteristiche o requisiti:

  • sono disponibili secondo i termini di una licenza che ne permetta l’utilizzo da parte di chiunque, anche per finalità commerciali, in formato disaggregato;
  • sono disponibili in formato aperto (articolo 1, lettera L-bis), adatti all’utilizzo automatico da parte di programmi per elaboratori e sono provvisti dei relativi metadati;
  • sono resi disponibili gratuitamente oppure ai costi marginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazione, salvo casi eccezionali come identificati dall’articolo 7 del D. Lgs. n. 36/2006).

Finora le politiche di promozione degli open data hanno riguardato principalmente il lato dell’offerta, cioè la messa a disposizione dei dati da parte delle amministrazioni (i dati di monitoraggio dei progetti di trasformazione digitale aggiornati in tempo reale sono disponibili nella sezione Avanzamento trasformazione digitale del sito AGID).

In continuità con gli obiettivi e le azioni previste dal precedente Piano Triennale, permane la necessità di dare seguito all’adozione del protocollo definito nell’ambito del gruppo di lavoro “Data e open data management” del Comitato di pilotaggio presso il Dipartimento della Funzione Pubblica per gli interventi OT11 e OT2, realizzati nel quadro dell’Accordo di partenariato Italia. Tale protocollo prevede, in particolare, il popolamento del Catalogo nazionale dati.gov.it, nel quale sono documentati, sulla base del profilo di metadati DCAT-AP_IT, i dati aperti resi disponibili dalle amministrazioni.

In linea con quanto sta già avvenendo a livello internazionale, occorre considerare anche la domanda e la qualità dei dati aperti ad oggi disponibili dando un senso concreto alle politiche nazionali in materia, promuovendo l’effettivo riutilizzo dei dati per lo sviluppo di nuovi servizi per cittadini e imprese e valutandone gli impatti a livello economico e sociale.

5.2.2. Obiettivi

  • Promuovere e intercettare la richiesta di riutilizzo dei dati, in particolare sul territorio, per settori di interesse, con il coinvolgimento (e il sostegno) del governo regionale e locale, attivando un dialogo con le imprese e la società civile, per capire meglio come stimolare l’incontro tra domanda e offerta di dati. Raccordare tale obiettivo con le azioni previste nel contesto dell’Open Government Partnership (OGP) anche in coerenza con le azioni previste in tale ambito;
  • diffondere la cultura dei dati aperti, presso amministrazioni e imprese, basandosi su azioni inclusive volte a favorire la comprensione delle potenzialità legate al riutilizzo dei dati, evitando nel contempo nuovi o maggiori oneri per le amministrazioni;
  • porre in essere azioni coordinate tra amministrazioni centrali, regionali e locali, per particolari domini o ecosistemi, finalizzate all’apertura di dati aventi lo stesso oggetto ma contenenti informazioni diverse che si completano a vicenda (continuità per dominio);
  • promuovere azioni programmate per rendere alcuni dataset regionali disponibili in tutte le regioni, in modo da avere copertura su tutto il territorio nazionale (continuità per territorio).

Inoltre, anche in coerenza con gli impegni assunti attraverso l’Accordo di Partenariato 2014 - 2020 e con le iniziative comunitarie volte a rilevare lo stato di avanzamento e di attuazione della direttiva PSI, si pongono i seguenti obiettivi:

  • assicurare la continuità dell’azione prevista nel contesto del Documento metodologico relativo al PON Governance e Capacità Istituzionale, attraverso l’aggiornamento del “Paniere dinamico di dataset”, che fornisce la base per il calcolo dell’indicatore di risultato 2RIS “Numero di banche dati pubbliche disponibili come dati aperti (in percentuale) sui database pubblici di un paniere selezionato ”come definito nell’Accordo di partnership 2014 - 2020, dando seguito alla rilevazione relativa al 2017 che ha evidenziato una crescita di circa il 10% del suddetto indicatore (dal 45,68% del 2016 al 55,5% del 2017);
  • consolidare la partecipazione italiana alle iniziative europee volte al rilevamento del grado di maturità degli open data e dello stato di attuazione della direttiva PSI negli Stati membri, anche attraverso indagini specifiche con il coinvolgimento delle amministrazioni, in particolare a livello regionale, al fine di raccogliere elementi utili e significativi rispetto a dette iniziative;
  • consolidare il Catalogo nazionale dati.gov.it, anche attraverso una evoluzione mirata ad includere nel catalogo stesso le informazioni riferite alle basi di dati della pubblica amministrazione, raccolte in attuazione dell’articolo 24-quater, comma 2, del D.L. n. 90/2014, convertito in Legge 11 agosto 2014, n. 114. Ciò consentirà di dare concreta attuazione al principio espresso dalla direttiva PSI circa la possibilità di richiedere, all’amministrazione competente, dati non ancora resi disponibili in open data.

5.2.3. Linee di azione

LA20 - Strategia complessiva per valorizzazione dei dati

Tempi
Da gennaio 2019
Attori
Dipartimento della Funzione Pubblica, AGID e Regioni (soggetti aggregatori)
Descrizione
Il Dipartimento della Funzione Pubblica, in collaborazione con AGID e Regioni, definisce una strategia finalizzata al riutilizzo dei dati aperti, in coerenza con le regole di implementazione della direttiva PSI, e le iniziative di collaborazione e confronto tra PA e stakeholders nel contesto delle azioni definite nell’ambito dell’Open Government Partnership (OGP). Viene predisposto un documento di strategia complessiva che delinei obiettivi di riutilizzo e valorizzazione dei dati della Pubblica Amministrazione.
Risultati
Il Dipartimento della Funzione pubblica, in collaborazione con AGID e le Regioni, definisce un primo documento di strategia per le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico (giugno 2019).
Aree di intervento
Nel breve periodo, impatto sulle PA e, nel medio/lungo periodo, impatto su imprese, cittadini, altri soggetti istituzionali.

LA21 - Indagine sul grado di maturità degli open data e sullo stato di attuazione della direttiva PSI

Tempi
Da febbraio 2019
Attori
AGID e amministrazioni partecipanti
Descrizione
Attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni interessate, in particolare le Regioni, AGID procede alla raccolta di dati e informazioni utili rispetto all’iniziativa comunitaria finalizzata al rilevamento del grado di maturità degli open data e sullo stato di attuazione della direttiva PSI negli stati membri.
Risultati
AGID pubblica il Report relativo all’Indagine sul Portale nazionale dati.gov.it e fornisce riscontro all’iniziativa comunitaria ai fini della elaborazione dell’Open data Maturity Report (ottobre 2019).
Aree di intervento
Nel breve periodo, impatto sulle PA partecipanti.

LA22 - Evoluzione del Catalogo nazionale dati.gov.it

Tempi
Da marzo 2019
Attori
AGID
Descrizione

Evoluzione del Catalogo nazionale dati.gov.it. L’evoluzione deve riguardare:

  • il possibile ampliamento del servizio di ricerca anche per le informazioni riferite alle basi di dati della pubblica amministrazione raccolte in attuazione dell’articolo 24-quater, comma 2, del D.L. n. 90/2014, convertito in Legge 11 agosto 2014, n. 114;
  • la conformità del catalogo al profilo DCAT-AP_IT;
  • l’inclusione di nuove amministrazioni sulla base della metadatazione DCAT-AP_IT;
  • il raccordo con il repertorio dei dati territoriali.
Risultati
AGID rilascia la nuova versione del Catalogo nazionale che offre le suddette funzionalità (entro dicembre 2019).
Aree di intervento
Nel medio periodo, impatto su PA, cittadini e imprese.

LA23 - Aggiornamento delle Linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico

Tempi
Da gennaio 2019
Attori
AGID
Descrizione
AGID aggiorna le Linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, insieme ai documenti ad esse collegati (tra cui, le Linee guida per i cataloghi dati, l’elenco delle basi dati di interesse nazionale e l’elenco delle basi di dati chiave), tenendo conto per esempio delle variazioni normative, dei lavori europei e internazionali nonché di quelli italiani che mirano, tra gli altri, a fornire strumenti per una migliore attuazione delle azioni elencate nelle linee guida.
Risultati
Linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico aggiornate per la consultazione pubblica (giugno 2019).
Aree di intervento
Nel breve periodo, impatto sulle PA.

5.3. Vocabolari controllati e modelli dati

5.3.1. Scenario

In correlazione con le due aree di condivisione e riutilizzo dei dati di cui ai paragrafi precedenti vanno previste azioni che mirino a creare vocabolari controllati e modelli di dati, cioè una modalità strutturata per organizzare codici e nomenclature ricorrenti in maniera standardizzata e normalizzata (vocabolari controllati) e una concettualizzazione nell’ambito di un dato dominio (ontologia o modello dei dati condiviso).

Anche le iniziative a livello europeo [2] evidenziano la possibilità di utilizzare strumenti idonei alla identificazione e definizione di vocabolari controllati e modelli di dati condivisi.

[2]http://publications.europa.eu/mdr/authority/

Per i profili di metadatazione di diversi tipi di dati e per i servizi, AGID ha già creato una rete di ontologie e di vocabolari controllati a partire da quelli riconosciuti a livello internazionale e utilizzabili nel contesto italiano. Con riferimento agli obiettivi già raggiunti previsti nel precedente Piano Triennale 2017 - 2019, gli elementi della rete sono stati anche catalogati. Una primissima versione del catalogo è inclusa nella Piattaforma Digitale Nazionale dei Dati (si veda par. 5.4).

Inoltre, sempre con riferimento agli obiettivi già raggiunti, previsti nel precedente Piano Triennale 2017 - 2019, AGID ha anche implementato e reso disponibile (in versione beta nel 2017 e ufficiale nel 2018) il Sistema di Registri INSPIRE Italia nell’ambito delle attività di coordinamento tra AGID stessa, ISPRA e Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) per l’attuazione della Direttiva INSPIRE in Italia. Il Sistema si basa su un software open source sviluppato dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea nell’ambito di azioni del programma ISA/ISA². Esso rappresenta una piattaforma che consente un’adeguata gestione di vocabolari controllati, elenchi di codici, tassonomie, ecc., garantendo sia l’univocità e la persistenza degli identificatori che la gestione dei contenuti. Il sistema costituisce il punto di accesso a una serie di registri gestiti a livello nazionale e pubblicati per adempiere a quanto previsto da INSPIRE (circa la pubblicazione delle estensioni alle liste di codici, di cui al Regolamento (EU) n. 1089/2010 sull’interoperabilità di dati e servizi territoriali) e per raggiungere gli scopi individuati e definiti a livello nazionale, in particolare per il coordinamento tra INSPIRE e le politiche di eGovernment e di trasformazione digitale.

Il Sistema è inoltre incluso nella federazione dei registri INSPIRE che fornisce accesso ai registri dei singoli Stati membri.

5.3.2. Obiettivi

  • Definire i ruoli e le procedure di aggiornamento e pubblicazione che consentano alle amministrazioni pubbliche titolari di vocabolari, tassonomie e nomenclature, ecc., di concorrere e partecipare alla gestione dei registri pubblicati nel Sistema di Registri già disponibile (sulla base dello Standard ISO 19135-1 e delle best practice implementate nell’ambito delle attività del Sistema di Registri INSPIRE e della relativa Federazione);
  • definire ontologie specifiche, sulla base di progetti delle amministrazioni competenti. In particolare, in tale ambito, si stanno approntando progetti relativi al Sistema museale, in stretta correlazione con i competenti Uffici del Ministero per i beni e le attività culturali (MiBAC), in coerenza con le disposizioni di cui al Decreto 21 febbraio 2018 dello stesso Ministero, recante “Adozione dei livelli minimi uniformi di qualità per i musei e i luoghi della cultura di appartenenza pubblica e attivazione del Sistema museale nazionale”.

5.3.3. Linee di azione

LA24 - Ruoli e procedure per la gestione del Registry

Tempi
Da marzo 2019
Attori
AGID, ISPRA, MATTM
Descrizione
È necessaria la definizione dei ruoli e delle procedure di aggiornamento e pubblicazione che consentano alle amministrazioni titolari di vocabolari, tassonomie e nomenclature, ecc. di concorrere e partecipare alla gestione dei registri pubblicati nel Sistema di Registri.
Risultati
AGID rilascia la guida operativa utile alle amministrazioni per gestire, in autonomia, i registri di propria competenza (entro dicembre 2019).
Aree di intervento
Nel medio periodo, impatto su PA, cittadini e imprese.

LA25 - Sviluppo ontologie

Tempi
In corso
Attori
AGID e PA interessate
Descrizione

Sviluppo di ontologie su input e in collaborazione con:

  • il MiBAC, per la definizione di ontologie e vocabolari controllati attinenti al Sistema museale nazionale, in coerenza con gli obiettivi fissati con il citato Decreto 21 febbraio 2018;
  • le PA interessate e gli enti di ricerca, anche in base a iniziative quali l’Open Government Partnership.
Risultati
AGID e PA lavorano alla definizione di ontologie e/o vocabolari controllati di riferimento. (giugno 2020).
Aree di intervento
Nel medio periodo, impatto su PA, cittadini e imprese.

5.4. Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND)

5.4.1. Scenario

La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), precedentemente nota con il nome di Data & Analytics Framework (DAF), fa parte delle attività atte a valorizzare il patrimonio informativo pubblico nazionale. La PDND ha l’obiettivo di sviluppare e semplificare l’interoperabilità dei dati pubblici tra PA, standardizzare e promuovere la diffusione del riutilizzo dei dati descritto al paragrafo 5.2, ottimizzare i processi di analisi dati e generazione di conoscenza. L’idea è quella di aprire il mondo della Pubblica Amministrazione ai benefici offerti dalle moderne piattaforme per la gestione e l’analisi dei big data, agendo lungo cinque direttrici principali:

  • amplificare sensibilmente il valore del patrimonio informativo della PA mediante l’utilizzo delle tecnologie big data che consentono di creare conoscenza per coloro che devono prendere decisioni e ridurre drasticamente i tempi di analisi. La scalabilità orizzontale di queste tecnologie permette, infatti, di estrarre informazioni dall’incrocio di molteplici basi di dati e di processare dati in tempo reale consentendo di avere più prospettive di analisi su un dato fenomeno, in maniera tempestiva;
  • favorire e ottimizzare lo scambio dei dati tra PA minimizzandone i costi di transazione per l’accesso e l’utilizzo. Sarà infatti possibile superare lo schema delle convenzioni uno a uno che portano a molteplici copie degli stessi dati e consentire un accesso standardizzato ad un dato sempre aggiornato;
  • incentivare la diffusione degli open data e renderne più efficace l’utilizzo. La PDND, infatti, consente di centralizzare e ridistribuire i dati pubblici attraverso API, garantendo standardizzazione di formati e modalità di riutilizzo su dati sempre aggiornati;
  • favorire l’analisi esplorativa dei dati da parte di team di data scientist, sia in seno alle singole PA che a livello centrale, al fine di migliorare la conoscenza dei fenomeni sociali. Le tecniche di analisi utilizzate consentiranno anche lo sviluppo di applicazioni intelligenti che sfruttino le regolarità nei dati per offrire servizi a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni;
  • consentire la promozione di iniziative di ricerca scientifica su tematiche di interesse specifico per la PA, favorendo la collaborazione con università ed enti di ricerca.

La PDND deve essere strutturata in conformità con quanto definito nel CAD e nel Modello di interoperabilità, anche in coerenza con le esigenze relative alle funzioni di monitoraggio del Piano.

La PDND si basa su una Piattaforma big data, composta da: un data lake, un insieme di data engine e strumenti per la comunicazione dei dati.

Nel data lake vengono memorizzati, nel rispetto delle normative in materia di protezione dei dati personali, dati di potenziale interesse quali, ad esempio: le basi di dati che le PA generano per svolgere il proprio mandato istituzionale; i dati generati dai sistemi informatici delle pubbliche amministrazioni come log e dati di utilizzo che non rientrano nella definizione precedente.

I Big Data Engine sono utili ad armonizzare ed elaborare, sia in modalità differita sia in tempo reale, i dati grezzi memorizzati nel data lake e ad implementare modelli di apprendimento automatico.

Infine gli strumenti per la comunicazione dei dati sono utili a favorire la fruizione dei dati elaborati da parte dei soggetti interessati, anche attraverso API che espongono dati e funzionalità ad applicazioni terze.

Il D.Lgs. n 217 del 13 dicembre 2017 ha introdotto nel CAD il nuovo articolo 50-ter che istituzionalizza il progetto di piattaforma tecnologica della PDND nel rispetto dei limiti, delle condizioni e delle modalità stabilite dal Garante per la protezione dei dati personali e dal Decreto di cui al comma 4 dello stesso articolo.

In sede di prima applicazione, la sperimentazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati è affidata al Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale e successivamente, ai sensi dell’articolo 8 Decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135 le funzioni di sviluppo e implementazione sono attribuite al Presidente del Consiglio dei Ministri.

La piattaforma tecnologica ha raggiunto uno stadio sperimentale che è pubblicato sul sito DAF Italia e al momento può essere utilizzata, tra l’altro, per i seguenti casi di studio:

  • cruscotto di monitoraggio per ANPR;
  • monitoraggio statistico sugli accessi ai servizi qualificati per Regione Toscana;
  • monitoraggio della qualità dell’aria per Roma Capitale;
  • mappa di quartiere per il Comune di Milano.

L’articolo 7 del Decreto Legge 28 settembre 2018, n. 109 prevede poi che la PDND sia utilizzata in congiunzione all’Archivio informatico nazionale delle opere pubbliche (AINOP).

Sono stati inoltre pubblicati i seguenti documenti:

I dati presenti nella PDND possono essere utilizzati anche per le attività di monitoraggio descritte nel capitolo 11 “Governare la trasformazione digitale”: a tal riguardo il Team per la trasformazione digitale predisporrà strumenti che andranno a integrare quelli descritti nel paragrafo 11.3.

5.4.2. Obiettivi

  • Valorizzare il patrimonio di informazioni della Pubblica Amministrazione facilitando l’accesso ai dati da parte delle PA e favorendo la costituzione di team agili di analisi, sia centrali sia federati;
  • puntare su qualità e standardizzazione dei dati. La PDND, infatti, è lo strumento operativo che consente di supportare in maniera coordinata gli sforzi descritti nel paragrafo 5.2, ponendo attenzione ai processi di generazione, gestione, aggiornamento e diffusione dei dati;
  • agevolare lo sviluppo e la diffusione degli open data e della API economy, attraverso i quali la società civile può riutilizzare, nel rispetto della legge, il patrimonio di informazioni pubbliche e creare nuove opportunità di business. A tal fine, la PDND permetterà di sviluppare API standardizzate su basi di dati sempre aggiornate, per favorire la costruzione di applicazioni e servizi al cittadino;
  • incentivare le collaborazioni con università ed enti di ricerca. Si darà loro accesso ad aree sperimentali contenenti campioni significativi dei dati opportunamente anonimizzati, per dare stimolo alla ricerca e creare conoscenza utile per la collettività;
  • favorire lo scambio di dati tra pubbliche amministrazioni superando le limitazioni dell’attuale pratica di modalità di accesso ai dati basata su convenzioni tra singole amministrazioni;
  • razionalizzare le risorse impegnate nello scambio di dati e in iniziative di analisi, inclusi data warehouse e business intelligence. Tali iniziative, spesso non coordinate, sono di frequente caratterizzate da alti costi di licenze e hardware dedicato e hanno un’elevata tendenza a rispondere molteplici volte allo stesso bisogno;
  • offrire strumenti che misurino in maniera puntuale e tempestiva gli stati di avanzamento dell’attuazione del Piano e che permettano di individuare azioni integrative o correttive sulla base di logiche guidate dai dati.

5.4.3. Linee di azione

LA26 - Progettazione della PDND, sperimentazione e prima applicazione della stessa

Tempi
In corso
Attori
Presidenza del Consiglio dei Ministri/Team per la trasformazione digitale, sentito il Garante per la protezione dei dati personali e i soggetti indicati al comma 4 dell’articolo 50 ter del CAD.
Descrizione

La PDND si basa sullo sviluppo di una Piattaforma big data e sulla costituzione di un team di data scientist, big data architect e data engineer. Il Team per la trasformazione digitale ha il compito di gestire attivamente la fase di sviluppo concettuale e implementativo dell’infrastruttura, insieme a tutte le fasi del ciclo di vita del dato, dall’ingestione all’analisi e sviluppo di applicazioni. Il Team per la trasformazione digitale progetta e, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, definisce le modalità realizzative e di uso della Piattaforma big data della PA attraverso:

  • l’individuazione del modello di governance che preveda un ruolo di guida e controllo da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri/Team per la trasformazione digitale, sentito il Garante della privacy;
  • la predisposizione degli atti necessari alla realizzazione del progetto e la proposta degli eventuali adeguamenti normativi che la favoriscano;
  • la definizione, sentito il Garante, delle sorgenti di dati del data lake e le relative modalità di popolamento. Queste saranno inserite nelle linee guida prodotte nell’ambito del Modello di interoperabilità;
  • la definizione dell’architettura logica della piattaforma e l’individuazione delle tecnologie implementative;
  • l’identificazione delle esigenze informative utili alla definizione di politiche guidate dai dati e alla realizzazione dei relativi strumenti analitici;
  • il coinvolgimento della comunità scientifica per la promozione di iniziative atte a favorire la conduzione di attività ricerca su tematiche di interesse per la PA;
  • le direttive di utilizzo e consultazione.
Risultati
Aggiornamento del Piano di sviluppo della PDND, anche attraverso il consolidamento della piattaforma predisposta sulla base dei casi d’uso fissati con il gruppo di PA centrali e locali che vi hanno collaborato, sentito il Garante per la protezione dei dati personali (giugno 2019).
Aree di intervento
Nel breve periodo impatto sulle PA.

LA27 - Messa in produzione della PDND

Tempi
Da luglio 2019
Attori
Team per la trasformazione digitale, PA
Descrizione
Il Team per la trasformazione digitale predisporrà le procedure atte al subentro del futuro gestore della PDND che gestirà l’operatività e l’evoluzione del progetto. Il gestore della PDND curerà le interazioni con le PA per definire piani di inclusione delle relative basi di dati e casi d’uso. Le PA di volta in volta coinvolte definiranno le modalità di ingestione dei dati e utilizzo della PDND consone alle proprie attività, nel rispetto dei limiti, delle condizioni e delle modalità stabilite dal Garante per la protezione dei dati personali e dal Decreto di cui al comma 4 dell’articolo 50 ter del CAD.
Risultati
Piattaforma a disposizione delle PA (dicembre 2020).
Aree di intervento
Nel breve periodo impatto sulle PA.