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Documenti pubblici, digitali.

CAPITOLO 8. Governare la trasformazione digitale

Le leve per l’innovazione delle PA e dei territori

Il coinvolgimento attivo delle amministrazioni e dei territori

Il Piano triennale deve essere considerato strumento di programmazione per la redazione dei piani delle singole Amministrazioni, un approccio sfidante per una governance multilivello che integra operativamente dimensione centrale e locale, attori e interventi.

Sulla base del percorso fin qui intrapreso con il modello PMO sperimentato con alcune Regioni pilota e con gli Accordi Territoriali, AGID intende rendere maggiormente efficace l’azione di supporto all’innovazione delle PA e dei territori realizzata dai propri Centri di Competenza Tematici (CdCT).

Saranno attivate collaborazioni con Enti e organismi aventi analoghe conoscenze ed esperienze e già operanti in significative aree del Paese, al fine di costituire Nodi Territoriali di Competenza (NTC), che assumono la funzione di hub locale del CdCT stesso. Mentre prosegue il percorso di condivisione con gli altri soggetti istituzionali, in primis il Dipartimento della Funzione Pubblica, per lo sviluppo sui territori del CdCT “Semplificazione amministrativa”, si lavorerà alla costituzione di altri Centri di Competenza, da individuare sulla base dell’ascolto delle progettualità espresse dal territorio.

È strategico, ai fini dell’accelerazione dei processi di trasformazione digitale, che le Amministrazioni in grado di esprimere progettualità e competenze tecniche ed organizzative in relazione ai temi del Piano triennale (ad es. cloud, interoperabilità, design dei servizi…) si propongano come punti di riferimento.

Consolidamento del ruolo del Responsabile della Transizione al Digitale

Per la realizzazione delle azioni del Piano triennale 2020-2022 la figura del RTD è l’interfaccia tra AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l’Amministrazione, che stimola e promuove i processi di cambiamento, condivide le buone pratiche e le adatta al proprio contesto. Si rende quindi necessario da un lato rafforzare il processo di collaborazione tra i RTD attraverso un modello di rete che possa stimolare il confronto, valorizzare le migliori esperienze e la condivisione di conoscenze e di progettualità; dall’altro promuovere processi di coordinamento tra le pubbliche amministrazioni, sia nell’ambito dei progetti e delle azioni del Piano triennale per l’informatica nella PA, sia nell’ambito di nuove iniziative che maturino dai territori. Quello della centralità del ruolo del RDT è un assunto che pervade trasversalmente tutti i capitoli del Piano, non a caso molte attività di sensibilizzazione, diffusione e formazione sui temi affrontati nel Piano coinvolgono i Responsabili per la Transizione Digitale.

Inoltre, nel nuovo contesto lavorativo che si è andato a configurare nel periodo dell’emergenza COVID, che ha visto le amministrazioni di fronte alla necessità di attrezzarsi per individuare forme di lavoro flessibili come lo smartworking, il Piano dà alla rete dei RTD il compito di definire un modello di maturità (maturity model) delle amministrazioni che individui i cambiamenti organizzativi e gli adeguamenti tecnologici necessari. Tale modello costituirà la base di riferimento per la creazione di una piattaforma nazionale per lo smartworking nella PA, il cui studio di fattibilità costituisce una delle linee di azione del capitolo 3.

La domanda pubblica come leva per l’innovazione del Paese

Gli appalti di innovazione, l’innovation procurement, rappresentano uno strumento aperto di sfida e stimolo alla partecipazione competitiva di un mercato allargato, che coinvolge le grandi imprese, ma anche e soprattutto PMI, start-up, terzo settore, università e centri di ricerca.

Al mondo degli appalti, e in particolare a quello degli appalti di innovazione, può essere applicato l’approccio Open innovation: esso induce un rilevante incremento della partecipazione all’appalto e, quindi, un maggior grado di competizione. La disponibilità di un sistema nazionale di e-procurement facilita la partecipazione degli operatori economici agli appalti pubblici, abbatte la barriera delle frontiere politiche, i costi che derivano dalle distanze e le difficoltà delle PMI e delle startup che dispongono di una minore robustezza finanziaria. Con il Piano triennale 2020-2022 si assume la consapevolezza che innovation procurement e open innovation debbano essere utilizzati sinergicamente con il duplice scopo di accelerare la trasformazione digitale dell’amministrazione pubblica e creare nuovi mercati di innovazione.

Le Gare strategiche ICT, allo stesso tempo, si pongono l’obiettivo di creare il “sistema operativo” del Paese, ovvero una serie di componenti fondamentali sui quali definire ed erogare servizi più semplici ed efficaci per i cittadini, le imprese e la stessa Pubblica Amministrazione. Nell’ambito delle attività di governance ed in particolare della valutazione del livello di efficacia degli interventi di digitalizzazione operati dalle Amministrazioni attraverso l’utilizzo delle Gare strategiche, sono stati definiti gli “Indicatori generali di digitalizzazione”, per mappare i diversi macro-obiettivi rispetto agli obiettivi del Piano triennale.

Le gare attraverso una governance unitaria multistakeholder e una struttura organizzativa omogenea, si pongono l’obiettivo di incentivarne l’utilizzo e supportare le amministrazioni nella definizione di contratti coerenti con gli obiettivi definiti dal Piano triennale. In questo senso, AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale e Consip assicureranno una governance affinché gli obiettivi dei contratti stipulati nell’ambito delle gare strategiche rispondano pienamente a quanto indicato nel Piano.

Modelli e regole per l’erogazione integrata di servizi interoperabili

Allo scopo di sviluppare servizi integrati e centrati sulle esigenze di cittadini ed imprese, è necessaria la realizzazione di iniziative di condivisione e accompagnamento per le pubbliche amministrazioni, in continuità con quanto già avviato nel contesto degli ecosistemi, anche attraverso la sottoscrizione di protocolli d’intesa ed accordi per: la costituzione di tavoli e gruppi di lavoro; l’avvio di progettualità congiunte; la capitalizzazione delle soluzioni realizzate dalla PA in open source ecc.

Si tratta di iniziative di raccordo operativo per abilitare l’interoperabilità tra ecosistemi e per supportare:

  1. la reingegnerizzazione dei processi e la digitalizzazione di procedure analogiche, la progettazione di nuovi sistemi e servizi;
  2. il processo di diffusione ed adozione delle piattaforme abilitanti di livello nazionale, nonché la razionalizzazione delle piattaforme esistenti;
  3. la definizione delle specifiche tecniche di interoperabilità individuate per specifici domini di interoperabilità.

Nello specifico, AGID supporta le PA coinvolte per assicurare l’adozione delle indicazioni sull’interoperabilità tecnica indicate al capitolo 5 - Interoperabilità e, non da meno, standardizzare e uniformare i dati scambiati in accordo con quanto definito nel Capitolo 2 - Dati.

Le competenze digitali per la PA e per il Paese e l’inclusione digitale

Le competenze digitali sono indispensabili per realizzare la trasformazione digitale della PA e del Paese e consentire l’utilizzo diffuso ed efficace dei servizi pubblici digitali. La carenza di competenze digitali nella popolazione produce effetti negativi sulla:

  • possibilità di esercitare i diritti di cittadinanza e la partecipazione consapevole al dialogo democratico;
  • capacità di rispondere alle richieste dal mondo del lavoro;
  • capacità del Paese di adeguarsi all’evoluzione dei nuovi mercati e delle nuove professioni, in gran parte correlate alle tecnologie emergenti.

In questo quadro è stata avviata l’iniziativa strategica nazionale Repubblica Digitale, con un’alleanza multistakeholder di soggetti pubblici e privati e un comitato guida che ha messo sullo stesso tavolo Ministeri, Regioni e Province autonome, Città metropolitane, Comuni, università, ricerca, imprese, professionisti, Rai, associazioni e le varie aree del settore pubblico coinvolte, che è diventata la coalizione nazionale italiana nell’ambito del programma della Commissione Europea “Digital Skills and Jobs Coalition”.

Nell’ambito di Repubblica Digitale è stata definita la “Strategia nazionale per le competenze digitali”, che si articola su quattro assi di intervento:

  1. lo sviluppo delle competenze digitali necessarie all’interno del ciclo dell’istruzione e della formazione superiore, con il coordinamento di Ministero dell’Istruzione e Ministero dell’Università e Ricerca;
  2. il potenziamento e lo sviluppo delle competenze digitali della forza lavoro, sia nel settore privato che nel settore pubblico, incluse le competenze per l’e-leadership con il coordinamento di Ministero dello Sviluppo Economico e del Dipartimento della Funzione Pubblica;
  3. lo sviluppo di competenze specialistiche ICT per fronteggiare le sfide legate alle tecnologie emergenti e al possesso delle competenze chiave per i lavori del futuro con il coordinamento di Ministero dell’Università e Ricerca e Ministero dello Sviluppo Economico;
  4. il potenziamento delle competenze digitali necessarie per esercitare i diritti di cittadinanza (inclusa la piena fruizione dei servizi online) e la partecipazione consapevole al dialogo democratico con il coordinamento del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.

Nell’ambito specifico dei diritti e dei doveri di cittadinanza digitale, per favorire la piena fruizione dei servizi pubblici digitali e semplificare i rapporti tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione, è prevista la realizzazione di una guida di riepilogo dei diritti di cittadinanza digitali previsti nel CAD.

Gli obiettivi del Piano, poi, potranno essere raggiunti solo attraverso azioni di sensibilizzazione e di formazione che coinvolgano in primo luogo i dipendenti della Pubblica Amministrazione. È già in fase avanzata di sperimentazione il progetto del Dipartimento della Funzione Pubblica “Competenze digitali per la PA” che mette a disposizione una piattaforma e contenuti formativi rivolti ad amministrazioni differenziate per dimensioni e tipo di attività svolta (ad es. comuni, enti pubblici non economici, regioni). A questa attività si aggiungono iniziative “verticali”: la formazione specifica sui temi della qualità dei dati, dell’accessibilità, della security awareness, del governo e della gestione dei progetti ICT, rivolta a tutti i dipendenti della PA; la formazione e l’aggiornamento sui temi della trasformazione digitale e del governo dei processi di innovazione per i Responsabili della Transizione al digitale.

Gli strumenti per migliorare i processi di trasformazione digitale e di innovazione della PA

Il monitoraggio del Piano triennale

La governance dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni centrali, delle Regioni e degli Enti locali rappresenta l’elemento focale per il processo di trasformazione digitale in atto nel nostro Paese il cui monitoraggio rappresenta un’azione a servizio dell’Amministrazione e di supporto al Responsabile per la transizione al digitale per lo svolgimento delle sue attività. In questo senso, è quindi importante che anche il processo di pianificazione dei Sistemi Informativi (SI) sia collocato all’interno dei processi di pianificazione strategica ed operativa e condivida con essi i punti decisionali essenziali.

In quest’ottica rientra il mandato del CAD, all’art.14-bis lettera c) “monitoraggio delle attività svolte dalle amministrazioni, ivi inclusi gli investimenti effettuati ai sensi dell’articolo 1, comma 492, lettera a-bis), della legge 11 dicembre 2016, n. 232, in relazione alla loro coerenza con il Piano triennale di cui alla lettera b) e verifica dei risultati conseguiti dalle singole amministrazioni con particolare riferimento ai costi e benefici dei sistemi informatici secondo le modalità fissate dalla stessa Agenzia” che ha attribuito ad AGID il compito di realizzare il monitoraggio delle attività e la verifica dei risultati delle amministrazioni, in termini sia di coerenza con il Piano triennale (PT) e sia di costi/benefici dei sistemi informativi delle singole PA.

Allo stesso tempo, tali azioni di monitoraggio e verifica hanno l’obiettivo di supportare l’attuazione fisica, finanziaria e procedurale del Piano triennale nel suo complesso.

Il monitoraggio del PT prevede e integra 3 livelli che complessivamente concorrono al raggiungimento dell’obiettivo sopra indicato:

  • monitoraggio della realizzazione delle Linee di Azione in capo ai singoli owner identificati: misurato attraverso indicatori di tipo on/off rispetto alle roadmap operative definite nel PT per ciascun obiettivo ad integrazione dell’ insieme agli indicatori presenti nel cruscotto di monitoraggio Avanzamento Digitale; il SAL rispetto alle roadmap viene tracciato e raccolto in maniera sistematica attraverso un Format PT per le PA;
  • monitoraggio dei risultati conseguiti complessivamente dal Piano triennale: misurato attraverso gli indicatori quali-quantitativi, i Risultati Attesi individuati per ciascun Obiettivo del PT, che compongono il sistema di monitoraggio degli obiettivi del Piano, basato sulle source già individuate e quelle in fase di implementazione;
  • monitoraggio dell’andamento della spesa e degli investimenti ICT in coerenza con PT: misurati attraverso la rilevazione periodica della spesa ICT, da integrare alla raccolta dati e informazioni tramite il Format PT per le PA.

Le PA secondo la roadmap definita dalle Linee d’Azione di seguito riportate e le modalità operative fornite da AGID, saranno chiamate a compilare il Format PT per le PA così da rendere possibile la costruzione e l’alimentazione della base dati informativa. Tale Format ricalca la struttura obiettivi-azioni del PT e permette di evidenziare quali delle Linee di Azione previste nel PT siano state recepite dalle diverse amministrazioni e di approfondire quali altre azioni siano state individuate localmente per il conseguimento dei singoli Obiettivi previsti nel PT. Si chiederà inoltre alle amministrazioni di allegare il proprio Piano, per poter prendere visione di eventuali altri obiettivi definiti localmente.

In coerenza con le attività di monitoraggio della spesa ICT già in essere, i cui tempi di esecuzione saranno raccordati con quelli di rilascio del Format PT compilato, l’insieme delle PA coinvolte è rappresentato dal panel di amministrazioni centrali e locali che periodicamente rispondono alla Rilevazione della spesa ICT della PA.

Si avrà quindi, una visione complessiva delle attività svolte dalle amministrazioni in relazione alla loro coerenza con il Piano triennale e sarà possibile operare uno stretto monitoraggio affiancando sul campo i referenti delle Amministrazioni e prevedendo eventualmente le azioni correttive necessarie per il raggiungimento degli obiettivi. Nell’ambito di tale percorso, è prevista la definizione di attività di formazione rivolte al personale delle Pubbliche Amministrazioni.

Va inoltre tenuto conto del fatto che, anche nel caso di progetti ICT, la componente non immediatamente monetizzabile dei benefici attesi, risulta spesso molto importante ed è quindi necessario integrare la tradizionale valutazione economica.