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Documenti pubblici, digitali.

E. Quando

E.1. Digitalizzazione e restauro

Un progetto di digitalizzazione può riguardare sia beni in buono stato di conservazione sia beni che necessitano di interventi di restauro. In questo caso la digitalizzazione ha anche la funzione di documentare lo stato del bene prima e dopo l’attività di restauro e, in accordo con il restauratore, essa può garantirne la fruizione durante le fasi di lavorazione.

La sezione dei metadati dovrà descrivere le eventuali conoscenze sul bene emerse con gli interventi di restauro. Deve essere, inoltre, garantito il collegamento con l’oggetto digitalizzato prima del restauro e con la scheda di restauro.

E.2. Digitalizzazione e metadatazione/descrizione

Lo scenario ottimale in cui avviare una campagna di digitalizzazione è quello in cui i beni siano già stati ordinati, inventariati, catalogati. I metadati che descrivono l’oggetto digitale devono garantire il collegamento al sistema descrittivo relativo ai singoli ambiti.

Se il numero delle figure professionali coinvolte nella campagna di digitalizzazione è appropriato si potrà optare per un workflow in cui la metadatazione avviene durante il processo di digitalizzazione.

In ogni caso, per digitalizzare un bene sarà indispensabile avergli assegnato un identificatore univoco (ad esempio il numero di inventario) e accertarsi di aggiornare un elenco o un database di identificativi riconoscibili e facilmente collegabili ad un sistema descrittivo. Per alcuni supporti può essere raccomandabile apporre un’etichetta con un codice univoco (codice a barre, QR code etc.).

Digitalizzare beni non metadatati e/o descritti è fortemente sconsigliato. Potrebbe essere ammissibile nei seguenti casi:

  1. campagne sperimentali orientate a una descrizione del bene eseguita online da una comunità di riferimento adeguatamente identificata o alla descrizione del soggetto con l’uso di algoritmi di intelligenza artificiale;
  2. metadatazione non eseguita a causa di una impossibile osservazione diretta del bene: in tale caso lo scopo primario della digitalizzazione consiste proprio nel permettere ai catalogatori di procedere alla descrizione.

Nel caso di recupero di beni digitalizzati in campagne avvenute nel passato occorre in prima istanza fare uno studio di fattibilità per analizzare e valutare la compatibilità con le presenti linee guida. Tale studio deve prendere in esame le seguenti attività: recupero delle eventuali descrizioni con indicazione degli standard adottati per la descrizione, analisi dei dati disponibili, mapping dei dati, definizione del processo di recupero, analisi delle digitalizzazioni esistenti e dei legami con le schede descrittive, con una valutazione dei formati disponibili e della loro qualità; definizione del processo di recupero delle digitalizzazioni con valutazione dei costi e piano di lavoro previsto.