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Documenti pubblici, digitali.

6. Strategia 2022-2026

Per raggiungere gli obiettivi di cambiamento che il Piano prefigura, è necessario individuare una strategia di attuazione che sappia cogliere le opportunità offerte dal processo di trasformazione digitale e tradurle in azioni concrete.

Il PND 2022-2023 delinea le azioni strategiche da realizzare a livello nazionale, come pre-condizione abilitante per lo sviluppo di un ecosistema digitale della cultura. Questo ovviamente non esaurisce né sostituisce le azioni che ciascun comparto istituzionale o settore disciplinare metterà in campo a partire da ciò che viene realizzato dal Ministero a servizio di tutto l’ecosistema.

Nel contesto storico attuale, tutte le amministrazioni stanno investendo gran parte delle loro energie nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza [23], un programma “di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Per l’Italia il Next Generation EU rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme. L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. Il Next Generation EU può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni” [24].

In coerenza con gli obiettivi del PNRR, nell’ambito della Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, Componente 3 “Turismo e Cultura 4.0” il Ministero della cultura ha previsto uno specifico investimento denominato “Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale” [25] con lo scopo di attuare un progetto organico e strutturato per:

  1. sviluppare il potenziale delle banche dati culturali e delle collezioni digitali nella direzione esplicitata nella Visione del PND, riconducendo la frammentazione attuale a una prospettiva che restituisca l’unitarietà e la complessità del patrimonio culturale nazionale;
  2. garantire l’uso e l’accessibilità a lungo termine degli archivi digitali e dei prodotti di digitalizzazione del patrimonio culturale, adottando le nuove strategie di conservazione* (approccio cloud*) e capitalizzando i vantaggi che offrono in termini di sicurezza e durata nel tempo;
  3. semplificare i rapporti con i cittadini e le imprese, ridisegnando le procedure di settore e portando i servizi in rete;
  4. facilitare la crescita di un mercato complementare dei servizi culturali aperto alle piccole e medie imprese e alle start-up innovative, finalizzato a innovare le modalità di fruizione del patrimonio culturale;
  5. accrescere il capitale umano degli operatori e dei fruitori, attraverso azioni formative finalizzate alla crescita delle competenze e allo sviluppo consapevole delle potenzialità della co-creazione.

L’investimento mira da un lato a recuperare i gap nella transizione digitale, al pari di ogni altra pubblica amministrazione, e dall’altro vuole stabilizzare alcuni processi avviati negli anni passati e accelerati durante la pandemia, per raggiungere quegli obiettivi di cambiamento descritti in precedenza (cfr. par. Obiettivi). Data l’ampiezza del programma PNRR e il potenziale trasformativo delle azioni che saranno introdotte in tale contesto, l’investimento è articolato in 12 misure tra loro correlate che, come evidenziato dal grafico di fig. 3, tengono conto di tutte le componenti dell’ecosistema andando a creare quelle infrastrutture nazionali abilitanti (hardware, software e di governance) oggi mancanti. Questo anche nell’ottica di concorrere al conseguimento degli obiettivi di digitalizzazione previsti dalla “Raccomandazione della Commissione EU sulla creazione di uno spazio dei dati europeo per il patrimonio culturale” del novembre 2021 [26] nei termini cronologici indicati e a partecipare, come già ricordato nell’incipit del Piano, al Cloud collaborativo europeo per il patrimonio culturale [27].

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Figura 3. Sistema di relazioni tra gli stream progettuali dell’investimento M1C3 1.1 “Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale” del PNRR.

Si tratta di un programma pensato per facilitare e accelerare i cambiamenti strutturali che l’innovazione tecnologica abilita in tutto il settore culturale. Esso prevede un’ottica di cooperazione di lungo periodo, allargata a tutte le componenti dell’ecosistema, per avviare un percorso di crescita capace di alimentare un processo di rinnovamento degli istituti culturali, chiamati a ripensare il proprio ruolo sociale in funzione delle possibilità offerte dall’ambiente digitale.

L’obiettivo strategico è chiaro: fare in modo che il patrimonio culturale digitale non si disperda, che possa essere utilizzato liberamente da tutti e mantenuto nel tempo. Lo Stato s’impegna dunque, attraverso gli investimenti del PNRR, ad assicurare ad ogni istituzione culturale che vorrà cooperare la disponibilità e la preservazione nel lungo periodo dei dati culturali di cui già dispone e di quelli che vorrà produrre e conferire, attraverso processi d’identità, di conservazione, di riuso, non alternativi ma aggiuntivi a quelli esistenti.

In un contesto così eccezionale, è del tutto naturale che il PND fondi la sua strategia nazionale sulle azioni del PNRR, anche se ovviamente la sua portata non si esaurisce con esso. Le azioni strategiche delineate a livello alto nel PND #2022-2023 saranno progressivamente attuate nel prossimo quinquennio, secondo fasi che verranno affinate negli aggiornamenti del Piano e che definiranno per ciascun settore gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, identificando gli indicatori di performance e impostando le metriche di valutazione dei risultati raggiunti e il monitoraggio delle azioni programmate.

Come ricordato in vari punti del presente documento, il PND non ha l’ambizione – ne avrebbe le possibilità – di descrivere i percorsi di trasformazione digitale o i processi di sviluppo dei singoli istituti; tuttavia, rappresentando una cornice culturale e di orientamento strategico, può utilmente indirizzare tale processo fornendo le componenti comuni sia in termini metodologici che di componenti abilitanti. In questa prospettiva vanno letti i capitoli che seguono, che vogliono essere, nella loro stessa “architettura”, una proposta di metodo.

Le linee di azione strategica sono suddivise e descritte secondo tre ambiti: le tecnologie abilitanti, i processi e le persone. Le tecnologie infatti abilitano i processi, che sono governati dalle persone affinché sulle medesime producano i loro effetti. Su questi parametri può dunque essere misurata la maturità digitale di una organizzazione.

Nello schema seguente è riassunta la mappa di navigazione della sezione (Figura 4).

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Figura 4. Schema dei contenuti della sezione Strategia del PND

I capitoli “Tecnologie abilitanti” e “Persone” fanno riferimento per la parte operativa alle piattaforme abilitanti previste nel PNRR; il capitolo “Processi”, invece, fa riferimento a quanto approfondito nelle Linee guida allegate al Piano.

Per ciascuna linea strategica individuata in questa prima versione del PND vengono individuate le azioni a breve, medio e lungo termine che il Ministero metterà in atto a livello nazionale per facilitare il funzionamento dell’ecosistema digitale nel suo insieme. Ovviamente queste azioni non rappresentano, né possono rappresentare, la totalità delle azioni che saranno messe in campo da tutte le istituzioni ai vari livelli di governo.

[23]Per una visione complessiva del PNRR si rimanda al sito informativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri https://italiadomani.gov.it/it/home.html
[24]Cfr. https://italiadomani.gov.it/content/dam/sogei-ng/documenti/PNRR%20Aggiornato.pdf
[25]Per un approfondimento dell’investimento PNRR 1.1 “Strategie e piattaforma digitali per il patrimonio culturale” si rimanda ai seguenti link: https://pnrr.cultura.gov.it/
[26]Raccomandazione (UE) 2021/1970 della Commissione del 10 novembre 2021 relativa a uno spazio comune europeo di dati per il patrimonio culturale (OJ L 401 12.11.2021, p. 5, CELEX: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32021H1970).
[27]Cfr. note 5 e 6 Contesto di riferimento .