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Documenti pubblici, digitali.

3.1. Processo 1 | I luoghi della cultura mettono a disposizione degli utenti contenuti digitali per la consultazione e la navigazione

Questo processo descrive le fasi necessarie per mettere a disposizione degli utenti le risorse e i contenuti digitali prodotti o gestiti dai luoghi della cultura; il fine è l’uso individuale dei contenuti fruiti, per qualsiasi scopo o finalità (studio, ricerca, produzioni creative, usi amministrativi o commerciali), senza produzione di nuovi contenuti su cui costruire ulteriori catene del valore. Questo rappresenta il livello minimo di servizio digitale che un istituto di cultura può erogare.

In questo caso gli istituti devono considerare le seguenti fasi processuali:

Produzione Licenza d’uso Pubblicazione Comunicazione

Creazione dei contenuti oggetto di pubblicazione:

  • Scelta di cosa digitalizzare e rendere fruibile
  • Scelta di come digitalizzare
  • Scelta dei modelli di rappresentazione dei contenuti digitali

Definizione del regime di accesso ai contenuti:

  • Usi liberi / Usi per i quali è richiesta autorizzazione
  • Uso gratuito / image licensing

Individuazione del sistema per la pubblicazione e fruizione dei contenuti:

  • Definizione dei servizi per l’utente (servizi di base - di consumo)
  • Individuazione della soluzione software (eventualmente anche esternalizzata)
  • Definizione criteri di navigazione

Definizione del programma di navigazione:

  • Analisi dei target di utenza
  • Definizione strategia di comunicazione
  • Individuazione strumenti di comunicazione
  • Definizione azioni di disseminazione

Tabella 3. Sintesi dei processi relativi alla consultazione e alla navigazione dei contenuti digitali

Gli elementi inseriti in questo schema, espressione dei diversi processi relativi alla consultazione e alla navigazione dei contenuti digitali, poggiano necessariamente sugli aspetti imprescindibili della conservazione e della gestione dei contenuti digitali stessi (cfr. par. Servizi digitali per la gestione).

Il PND in più punti si sofferma sulla necessità che la messa a disposizione di contenuti digitali sia pensata nell’ottica dell’utente e non solo dell’istituzione che li ha prodotti. Pertanto, nella progettazione dei servizi digitali che abbiamo definito “di consumo”, come ad esempio la pubblicazione dei dati di un catalogo informatizzato, è necessario considerare ciascuna fase del processo; l’assenza di un passaggio pregiudica la creazione del valore finale. Ad esempio, anche se nella pratica non sempre si verifica, i dati pubblicati online senza l’associazione di una corretta licenza d’uso non possono essere riutilizzati con fiducia da parte degli utenti [6]; parimenti, una selezione dei materiali da digitalizzare non ispirata da criteri razionali (conservativi, editoriali, fruitivi, etc.) può rendere inefficace la fruizione finale, mentre uno scarso presidio delle procedure di digitalizzazione e processamento dei dati [7] o una scelta poco oculata delle modalità e dei software di visualizzazione ne pregiudicano l’efficienza. Analogamente, è necessario progettare sin dall’origine del progetto le modalità di disseminazione dei contenuti digitali pubblicati online, perché questa assunzione definisce i pubblici di riferimento e induce i luoghi della cultura a interrogarsi sulle modalità di coinvolgimento ottimali (un catalogo non consultato è un obiettivo fallito).

[6]Cfr. Linee guida per l’acquisizione, la circolazione e il riuso delle riproduzioni dei beni culturali in ambiente digitale, allegato 3 del PND.
[7]Cfr. Linee guida per la digitalizzazione del patrimonio culturale, allegato 1 del PND e Linee guida per la redazione del Piano di gestione dei dati, allegato 2 del PND.