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Documenti pubblici, digitali.

L’ecosistema digitale amministrativo

La trasformazione digitale richiede un processo integrato, finalizzato alla costruzione di ecosistemi digitali strutturati sostenuti da organizzazioni pubbliche semplificate, trasparenti, aperte, digitalizzate e con servizi di qualità, erogati in maniera proattiva per anticipare le esigenze del cittadino. Gli ecosistemi vengono quindi qui intesi con un significato diverso da quello usato in precedenti versioni del Piano triennale.

È quindi necessario seguire un approccio innovativo che affronti, in maniera sistematica, tutti gli aspetti legati a organizzazione, processi, regole, dati e tecnologie. Sono quindi necessari strumenti utili alla mappatura di tali aspetti ed è necessario agevolare lo scambio di buone pratiche, rendendo tutti gli operatori pubblici sviluppatori dell’innovazione amministrativa, attraverso la diffusione di una cultura amministrativa digitale.

L’art. 6 del Decreto-legge n. 80/2021 introduce il Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) al fine di «assicurare la qualità e la trasparenza dell’attività amministrativa e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese e procedere alla costante e progressiva semplificazione e reingegnerizzazione dei processi (..)», ma sono molteplici le fonti normative che richiamano le amministrazioni a quella che il CAD definisce, all’art.15, come una «riorganizzazione strutturale e gestionale», finalizzata allo sfruttamento delle opportunità offerte dal digitale.

Nonostante gran parte dell’attività delle pubbliche amministrazioni sia già composta da procedimenti e procedure ben definite, non vuol dire che questa non possa essere reingegnerizzata sia da un punto di vista della semplificazione che da un punto di vista della digitalizzazione.

Occorre che ogni singolo ente pubblico divenga un «ecosistema amministrativo digitale», alla cui base ci siano piattaforme organizzative e tecnologiche, ma in cui il valore pubblico sia generato in maniera attiva da cittadini, imprese e operatori pubblici.

Essendo l’azione amministrativa composta da processi collettivi è necessario introdurre dei «processi digitali collettivi» basati su e-service, ovvero interfacce API che scambiano dati/informazioni in maniera automatica e interoperabile, come illustrato nel capitolo 3 - Servizi.

Questo permette la realizzazione del principio once-only e, al tempo stesso, consente agli attori pubblici e privati di generare valore all’interno dell’ecosistema con al centro la singola Pubblica Amministrazione, che lo regola garantendo correttezza amministrativa, trasparenza, apertura, sicurezza informatica e protezione dei dati personali.

Si tratta di passare da una concezione di «Piattaforma per Governo», ovvero piattaforme per singoli scopi dell’ente, a una visione più profonda del paradigma, ovvero il «Governo come Piattaforma» come riportato anche nella Comunicazione EU (2021)118 sulla Bussola Digitale 2030, secondo cui l’ecosistema non è un elemento esterno all’ente, ma è qualcosa sostenuto dall’ente pubblico per abilitare servizi migliori.

In figura 2 sono rappresentate, in uno schema a sinistra la concezione di una "Piattaforma del Governo", che è costituita dalle piattaforme di ciascun ente collegate in un ecosistema e in uno schema a destra la concezione di "Governo come piattaforma" nella quale tutti gli enti fanno parte di una Piattaforma che costituisce l'ecosistema, al cui interno gli enti stessi interagiscono.

Fig. 2 Duplice concezione: da Piattaforma per Governo a Governo come Piattaforma

Per facilitare l’innovazione occorre analizzare l’attuale impianto normativo che impatta sulla trasformazione digitale, per generare proposte di semplificazione amministrativa in grado di rimuovere gli ostacoli all’innovazione nelle pubbliche amministrazioni.

Da questo punto di vista, nel corso dei prossimi anni si ritiene necessario:

  • definire un processo integrato finalizzato alla costruzione di ecosistemi digitali strutturati sostenuti da organizzazioni pubbliche semplificate, trasparenti, aperte, digitalizzate e con servizi di qualità erogati e definire schemi organizzativi per il raccordo tra Ufficio del RTD (Responsabile per la transizione al digitale) e il resto dell’organizzazione pubblica in cui lo stesso ufficio è inserito;
  • definire uno strumento agile per la catalogazione dei macro-processi delle singole organizzazioni pubbliche e per la mappatura tra questi processi, i servizi erogati e i sottostanti servizi digitali applicativi che li sostengono.

In questo sistema risultano fondamentali i processi di collaborazione istituzionale e il ruolo del Responsabile per la transizione al digitale e dell’Ufficio transizione digitale (di seguito RTD e UTD), come funzioni e agenti cruciali del cambiamento, sia di processo che tecnologico.