3. Formati¶
I formati dei file prodotti in un progetto di digitalizzazione vanno scelti tra quelli che possono maggiormente garantire l’interoperabilità tra i sistemi e la conservazione digitale, adottando, laddove possibile, formati standard internazionali e aperti [12]. Le presenti Linee guida non forniranno una trattazione esaustiva in merito a tutti i formati disponibili per la digitalizzazione del patrimonio culturale, ma si limiteranno ad indicare il formato e le caratteristiche generali più opportune per ciascun dominio.
Il formato per la conservazione a lungo termine deve essere senza perdita di informazione (lossless) e non compresso, preferibilmente di tipo “grezzo” (RAW). Tra questi, per le immagini, il DNG è preferibile in quanto formato “aperto” adottato da molteplici aziende produttrici di fotocamere e software; per i file audio è preferibile il WAVE o broadcast WAVE; per i file video è preferibile il formato AVI, indicato come formato di conservazione da AGID.
L’utilizzo di copie lossy, eventualmente compresse – come JPEG* per le immagini, MPEG per i video e MP3 per gli audio – è possibile prevalentemente per la pubblicazione on-line.
Nel caso di recupero di progetti di digitalizzazione pregressi è opportuno scegliere come formato per la conservazione quello che presenta meno perdita di informazioni e maggiore interoperabilità.
Indice dei contenuti
[12] | Per i formati adatti alla conservazione a lungo termine si veda l’Allegato 2 al documento Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici - Formati di file e riversamento e s.m.i. |