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Documenti pubblici, digitali.

4.7. Metadati per la conservazione

I metadati possono essere funzionali ad alcune attività di conservazione degli oggetti digitali. Nel caso in cui una risorsa digitale debba essere conservata integra e priva di manomissioni, l’informazione di checksum archiviata come metadato può essere utile a segnalare se essa abbia subito modifiche in un determinato arco temporale.

Qualora i supporti di archiviazione dei file vengano danneggiati o diventino obsoleti, si presenta il rischio della perdita dei dati. In tal caso, i metadati sui supporti (che possono indicare, per esempio, il tipo di supporto e la sua età, o anche le date in cui è stato eseguito l’ultimo refresh dei file) possono essere utili per il recupero dei dati.

Come è noto, anche i formati dei file più diffusi possono diventare obsoleti, e di conseguenza le applicazioni possono non essere più in grado di restituirne il contenuto. Pertanto, nelle strategie di migrazione e di emulazione degli applicativi i metadati sui formati dei file originari e su hardware e software che li supportano possono giocare un ruolo decisivo.

I metadati, infine, possono comprovare l’autenticità della risorsa digitale, documentandone la provenienza e la sua catena di custodia.

Lo standard internazionale di riferimento per la conservazione degli oggetti digitali è PREMIS (Preservation Metadata: Implementation Strategies, versione 3.0), rilasciata nel 2015 dalla Library of Congress [47]. PREMIS definisce i metadati di conservazione come l’informazione usata da un repository allo scopo di supportare il processo di conservazione digitale.

[47]https://www.loc.gov/standards/premis/v3/