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Documenti pubblici, digitali.

9.2. Collaudo per stati di avanzamento lavori

Il collaudo è previsto per ogni stato di avanzamento lavori (SAL). La responsabilità del collaudo è del committente. Il processo di collaudo è di solito articolato nella maniera seguente:

  • Individuazione del campione su cui effettuare il collaudo;
  • individuazione dei parametri da testare;
  • applicazione dei parametri di test previsti su tutto il materiale del campione;
  • segnalazione delle anomalie o errori;
  • sospensione del collaudo nel caso in cui dall’esame del campione individuato si riscontri un numero di anomalie/errori tali da non consentire la prosecuzione delle attività di collaudo;
  • risoluzione delle anomalie o errori;
  • verifica della risoluzione delle anomalie o errori.

I parametri di test sugli oggetti digitali possono essere così elencati, a titolo esemplificativo:

  • leggibilità delle immagini prodotte;
  • corretta corrispondenza tra gli originali e le relative riproduzioni digitali;
  • completezza dell’acquisizione rispetto al materiale consegnato;
  • presenza di pagine mancanti o doppie;
  • presenza di elementi estranei o ombre;
  • cropping eccessivo;
  • risoluzione inferiore alle specifiche fornite;
  • scarsa definizione dei dettagli;
  • scarsa qualità del colore;
  • altre interferenze (per esempio, effetto moiré);
  • livello di leggibilità;
  • rispondenza dei supporti e dei loro contenuti ai requisiti tecnici richiesti.

È possibile richiedere che siano forniti sistemi di controllo aggiuntivi, come programmi automatici di individuazione delle immagini difettose, registro dell’attività, ecc.

Devono essere, inoltre, previste verifiche generali relative al processo di digitalizzazione. Per progetti di grosse dimensioni è necessario che queste verifiche siano supportate da un apposito software di verifica opportunamente realizzato o adattato. Nel caso di progetti di dimensioni minori, è necessario indicare nel documento di progettazione e nel capitolato tecnico le modalità di verifica manuale o con tool off the shelf. Si indicano di seguito alcune di queste verifiche:

  • consistenza (delle immagini in ciascuno dei formati previsti);
  • presenza di elementi che compromettono la fedeltà della riproduzione (artefatti* quali, per esempio, riflessi, ombre, presenza di disomogeneità evidenti in termini di luminosità, parti di immagine non perfettamente riprodotte ecc.);
  • ritaglio immagine (corretta inquadratura);
  • presenza del riferimento cromatico e del riferimento millimetrico;
  • risoluzione dell’immagine, mediante analisi del riferimento millimetrico: la valutazione verte sul rapporto fisico del materiale (misurazione su scala centimetrica) e numero di pixel attesi in funzione della risoluzione prevista [63];
  • profondità di colore (24 bit) e corretto profilo colore (Adobe RGB);
  • corretta nomenclatura dei file;
  • verifica formale e sostanziale dei file METS prodotti;
  • collegamento tra metadati METS/XML e immagini (path delle immagini validi);
  • qualità dell’OCR, laddove applicabile.

Per specifici progetti di digitalizzazione, può essere previsto il caricamento dei risultati della digitalizzazione (oggetti digitali e metadati) all’interno di una Teca Digitale. In questo caso è necessario indicare uno specifico criterio di accettazione che preveda il loro corretto caricamento.

[63]È utile fornire un esempio: se la risoluzione prevista è di 300 ppi (pixel per pollice), la misurazione del segmento (che deve essere perfettamente dritto) deve mostrare 300 punti. La misurazione di un pollice (2,54 cm) nei 300 punti può essere compromessa da micro variazioni altimetriche della scala, così come da una scala non particolarmente precisa e definita. In tal senso si consiglia l’uso di una ulteriore scala, solo per la parte prototipale, per effettuare tale misurazione.