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La situazione attuale

Istruzione

I più recenti dati relativi allo sviluppo delle competenze e delle tecnologie digitali nel sistema educativo, pur denotando il permanere di alcuni profili di criticità, confermano il significativo impegno profuso nell’attuazione di misure dirette a promuovere lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti italiani.

Dalle rilevazioni condotte nell’ambito dell’Indagine della Commissione europea: “2nd Survey of Schools: ICT in education” (2019) emerge che la percentuale di scuole italiane che usufruiscono di attrezzature digitali in linea con lo stato dell’arte della tecnologia è superiore alla media europea per le scuole primarie e secondarie di secondo grado, mentre rimane lievemente inferiore per le scuole secondarie di primo grado. Dall’indagine OCSE 2018 sull’insegnamento e l’apprendimento (Teaching and Learning International Survey - TALIS) emerge tuttavia che in media - in Italia - il 31% dei dirigenti scolastici ritiene che la qualità dell’istruzione nella propria scuola sia frenata da una inadeguatezza della tecnologia digitale per la didattica (vs. una media del 25% dei Paesi OCSE TALIS).

Per quanto riguarda il livello di connettività, nella fascia 30-100 mbps, i dati registrati per le scuole italiane risultano in linea con la media dei Paesi europei, mentre permangono profili di criticità rispetto all’accesso a servizi di connettività a banda larga, laddove i dati italiani rilevati in relazione a tutti gli ordini di scuola si attestano al di sotto della media europea.

Nell’utilizzo di strumenti digitali nel corso delle lezioni, si registra un sostanziale allineamento del dato italiano rispetto alla media degli altri Paesi europei. Quanto all’impiego di device personali si segnala, tuttavia, quale profilo di criticità, l’inferiorità alla media europea del dato italiano sull’utilizzo degli smartphone a scopo didattico.

Anche il grado di sicurezza degli studenti nell’uso delle tecnologie digitali risulta in linea con la media europea. Dalle rilevazioni dell’Osservatorio permanente scuola digitale del Ministero dell’Istruzione, risulta che le scuole che realizzano progetti didattici per lo sviluppo delle competenze digitali sono il 78,34%, mentre l’86,44% delle scuole realizza progetti sulla cittadinanza digitale [1].

Come emerge dal rapporto della rete Eurydice su «Digital Education at School in Europe» del settembre 2019, permane, tuttavia, quale profilo di criticità – peraltro comune ai principali Paesi europei – il dato relativo all’assenza di un sistema strutturato di valutazione e certificazione delle competenze digitali da parte degli studenti.

Per quanto concerne la formazione dei docenti, si registra un maggior numero di docenti italiani che si formano nell’uso delle tecnologie digitali e delle relative applicazioni rispetto alla media europea. Permane, tuttavia, un diffuso fabbisogno di formazione sull’uso delle ICT, con una media di docenti italiani che si sentono sicuri nelle loro capacità di utilizzo degli strumenti digitali lievemente inferiore alla media europea [2]. Il dato è confermato dall’Indagine OCSE TALIS 2018, dalla quale emerge come la formazione sull’uso delle ICT sia tra i temi dello sviluppo professionale di cui gli insegnanti segnalano un forte bisogno (il 17% in Italia vs. 18% media dei Paesi OCSE).

Dall’indagine OCSE “Measuring innovation in education 2019” emerge, inoltre, come in Italia si registri un livello moderato di innovazione nelle pratiche di apprendimento, lievemente al di sotto della media dei paesi OCSE. Il tasso di crescita italiano risulta superiore alla media OCSE per quanto riguarda gli indici relativi alle risorse educative e agli strumenti informatici messi a disposizione dalle scuole, all’uso delle TIC nella didattica e al ricorso a pratiche di apprendimento attivo nelle discipline scientifiche. A frenare l’indice complessivo di innovazione educativa sono invece i processi di formazione per gli insegnanti, che rimangono più legati a metodologie tradizionali.

Università e Alta Formazione

La carenza di competenze digitali, sia di base sia avanzate, si traduce in una minore disponibilità e utilizzo di servizi on line. Ne deriva la necessità di potenziare la capacità del mondo della scuola e del sistema universitario di accrescere le competenze digitali quale elemento imprescindibile per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e del sistema produttivo.

  • L’offerta formativa universitaria nel settore ICT nel 2018/2019 contava 320 Corsi di Studio (CdS) per un totale di 10.260 insegnamenti. Sono quasi del tutto assenti percorsi formativi che integrino competenze ICT e competenze di dominio; minimo il ricorso alle “lauree professionalizzanti”. Nonostante il numero di immatricolati registri un trend di costante crescita, il gap fra laureati e richieste dal mercato è molto elevato: dalle stime dell’Osservatorio Competenze Digitali 2019, nel settore ICT c’è una carenza di circa 15.000 laureati. Va, inoltre, evidenziata la necessità di favorire e sostenere la partecipazione delle donne che decidono di intraprendere la loro formazione nei settori tecnici e dell’ICT in particolare per garantire uno sviluppo armonico e partecipativo del nostro sistema sociale.
  • Per quanto concerne il contesto informatico al di fuori dei CdS specialistici, si registra che la cultura informatica è assente dagli insegnamenti nel 60% dei CdS economico-aziendali e nel 70% dei CdS d’area umanistica. Indipendentemente dalle etichettature accademiche/disciplinari dei corsi, valutando i contenuti, l’offerta di area informatica copre il 7% dei percorsi di matematica, fisica, statistica, il 3,4% di quelli economico-aziendali, il 10% di quelli delle comunicazioni digitali e il 2% di tutti gli altri corsi scientifici, umanistici e giuridici.
[1]I dati sono riferiti all’a.s. 2018-2019 (l’aggiornamento all’a.s. 2019/2020 è in corso)
[2]Cfr. indagine della Commissione europea “2nd Survey of Schools: ICT in education” (2019)