Settore privato e non occupati
La Pubblica Amministrazione, nell’ambito di una complessiva strategia di
sistema volta a sostenere il tessuto imprenditoriale del Paese nel
cogliere le opportunità fornite dall’innovazione tecnologica, ha messo
in campo un set di strumenti volti a:
- potenziare le competenze digitali;
- indirizzare le imprese alla trasformazione tecnologica;
- diffondere l’innovazione a tutti i livelli;
- raccordare il mondo della ricerca con il mondo imprenditoriale;
- sostenere la domanda di soluzioni tecnologiche innovative.
Allo stesso modo, nel settore privato, sempre più attenzione è stata
posta nei confronti dei temi legati alla formazione e all’innovazione di
processo o di prodotto. Inoltre:
- In tema di accompagnamento alle imprese nella trasformazione digitale
dei propri processi di business, un ruolo attivo viene svolto,
attraverso una stretta sinergia pubblico-privato, dal Ministero dello
Sviluppo Economico (MiSE). In parallelo ai Competence Center, che
svolgono funzioni di supporto al trasferimento tecnologico, di
sperimentazione delle nuove tecnologie abilitanti e di alta
formazione sulle tecnologie, insieme alle Associazioni di categoria e
al sistema Camerale, è stato creato un percorso di sviluppo che vede
in campo l’azione coesa dei PID, Punti Impresa Digitale, dei DIH,
Digital Innovation Hub, fino ad arrivare agli EDIH, gli European
Digital Innovation Hub. Un complesso di nodi strutturali che,
attraverso parole d’ordine quali sperimentazione, trasferimento
tecnologico, formazione, informazione e digitalizzazione, costituisce
l’ossatura con la quale vengono offerte e testate le policy 4.0 messe
in campo dall’Amministrazione.
- Il processo informativo e di accompagnamento appena descritto non può
prescindere dalla presenza di una forte componente di formazione, sia
interna che esterna. In questo contesto trova spazio l’iniziativa
degli ITS , vere e proprie scuole di alta tecnologia strettamente
legate al sistema produttivo che preparano i quadri intermedi
specializzati che nelle aziende aiutano a governare e sfruttare il
potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0. Sull’onda della
trasformazione digitale, l’offerta formativa negli ultimi anni, a
riprova di una domanda in costante crescita, si è ampliata, sia per
quanto attiene alla Pubblica Amministrazione che per quanto attiene
al settore privato, con strumenti e azioni volte ad aumentare il
grado di specializzazione nel settore ICT , a potenziare le
competenze digitali per il lavoro a rafforzare la capacità di
innovazione e la cultura digitale della Pubblica
Amministrazione , e anche a certificare il grado di competenza
conseguito .
- In un contesto di necessario e continuo sviluppo tecnologico,
particolare importanza è rivestita da tutte quelle azioni che in
qualche modo facilitano il tessuto imprenditoriale nel porre in
essere determinate azioni. È questo il caso degli strumenti di
incentivazione (credito di imposta, voucher e altre misure
agevolative) per l’introduzione di tecnologie abilitanti la
trasformazione digitale , per lo sviluppo delle competenze
digitali dei lavoratori , per la realizzazione della digital
transformation attraverso progetti diretti all’implementazione delle
tecnologie abilitanti di cui al piano industria 4.0 e delle
tecnologie digitali di filiera, e infine per l’attivazione di servizi
a banda ultralarga.
- Ogni azione di sviluppo e trasformazione necessita di un luogo che
funga da aggregatore e attrattore e quindi da riferimento per gli
stakeholder del settore sul territorio. Un punto di incontro tra
mondo della ricerca e mondo dell’impresa. È questo il caso della Casa
delle tecnologie emergenti, di cui si tratterà nel capitolo
“competenze specialistiche ICT e competenze chiave del futuro”. Un
vero e proprio centro di trasferimento tecnologico che sarà
realizzato nei Comuni oggetto di sperimentazione 5G per supportare
progetti di ricerca e sperimentazione, la creazione di startup e il
trasferimento tecnologico verso le PMI, sui temi che prevedono
l’utilizzo di Blockchain, IoT e Intelligenza Artificiale .
- Il sostegno alla domanda viene promosso nell’ambito della “Strategia
nazionale di specializzazione intelligente 2014-2020” , elaborata
da MISE e MUR, approvata dalla Commissione Europea, che individua
nella domanda pubblica di innovazione (appalti di innovazione e pre
commerciali) un importante strumento di stimolo. In coerenza con la
suddetta Strategia, il MiSE ha avviato un nuovo programma di «Bandi
di domanda pubblica intelligente», avvalendosi dell’Agenzia per
l’Italia Digitale (AgID) quale soggetto attuatore, che ha preso nuovo
vigore ad aprile 2020 con il protocollo d’intesa firmato tra
MISE, MUR e MID.
Settore pubblico
Il sistema pubblico sta portando avanti una serie di attività sul fronte
delle competenze digitali dei dipendenti pubblici volte a:
- definire e sistematizzare set di competenze chiave in funzione dei
diversi profili professionali e del diverso ruolo assunto nel
processo di attuazione della trasformazione digitale (specialisti IT,
dirigenti e dipendenti pubblici);
- attivare interventi di rilevazione dei fabbisogni di competenze e di
formazione;
- promuovere il rafforzamento delle competenze digitali attraverso il
turnover.
Un ruolo attivo nella definizione di modelli di riferimento per la
sistematizzazione delle competenze digitali nella PA è stato svolto da
AgID, attraverso l’aggiornamento delle “Linee guida per la qualità delle
competenze digitali nelle professionalità ICT” e la pubblicazione delle
“Linee guida per l’armonizzazione delle qualificazioni professionali”.
Il tema della mappatura delle competenze e dei fabbisogni formativi del
Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) rappresenta, poi, uno
dei punti chiave del protocollo di intesa che AgID ha sottoscritto con
la CRUI nel 2019, come punto di partenza per la definizione di percorsi
di sviluppo delle competenze mirati e di qualità.
Mentre l’impegno di AgID si rivolge principalmente agli specialisti IT
(pari a circa 32.000 dipendenti, di cui circa 18.000 nelle pubbliche
amministrazioni centrali e 14.000 nelle pubbliche amministrazioni
locali ) e getta le basi per un lavoro di sistematizzazione delle
competenze chiave per i dirigenti pubblici a supporto della
trasformazione digitale - attraverso le “Linee guida di eLeadership”, il
Dipartimento della funzione pubblica con il Syllabus “Competenze
digitali per la PA”, si rivolge principalmente ai cosiddetti dipendenti
“amministrativi”, pari a circa un terzo del totale dei dipendenti
pubblici italiani. Il Syllabus “Competenze digitali per la PA”,
strutturato in cinque aree di competenza e tre livelli di padronanza,
rappresenta la base di riferimento per uno strumento di self-assessment
on-line delle conoscenze e abilità possedute
(www.competenzedigitali.gov.it)
che consente di: rilevare i propri fabbisogni formativi, accedere ad una
offerta di corsi mirata e gratuita e misurare i propri progressi.
L’offerta formativa in e-learning, organizzata in un Catalogo corsi,
sarà resa disponibile insieme allo strumento di self- assessment a
partire dall’autunno del 2020 a tutte le amministrazioni che
progressivamente decideranno di aderire all’iniziativa.
Inoltre:
- Sul fronte della formazione è stata recentemente sviluppata un’ampia
offerta formativa principalmente mirata sulle competenze
specialistiche e del RTD, in linea con quanto stabilito dal Piano
Triennale per l’informatica nella PA 2019-2020. Alle iniziative di
sistema, promosse principalmente dal Dipartimento per la
trasformazione digitale, l’AgID e la SNA anche in collaborazione con
altre amministrazioni centrali, si affianca poi una molteplicità di
iniziative sia a livello regionale e locale che settoriali, volte ad
indirizzare bisogni specifici connessi a determinate categorie
professionali o alla mission dell’ente proponente. Infine, le
Università propongono una variegata offerta di master, moduli o
percorsi specialistici, in particolare in settori chiave, come quello
dei beni culturali e della sanità, oltre che incentrati sulla figura
del RTD. L’insieme di queste iniziative, caratterizzate da un
importante impatto qualitativo, risulta tuttavia insufficiente per
far fronte all’ampiezza della domanda complessiva di competenze
digitali a supporto dei processi decisionali da parte di specialisti
e dirigenti pubblici o delle specifiche esigenze settoriali. Ciò
soprattutto se si considera che a regime dovrebbero essere
individuati circa 22.000 RTD (uno per amministrazione) e che
attualmente sono in servizio oltre 38.000 dirigenti . A questi
si aggiungono poi i funzionari che sempre più spesso si trovano a
governare processi di innovazione oltre che a investire nella
formazione al fine di conseguire progressi di carriera.
- Il lavoro agile, o smart working, si è rivelato uno strumento chiave
nel corso dell’emergenza epidemiologica. La configurazione del lavoro
agile quale “modalità ordinaria di svolgimento della prestazione
lavorativa nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1,
comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”, operata
dall’art. 87, comma 1, D.L. 17 marzo 2020 n. 18, convertito dalla L.
24 aprile 2020 n. 27, ed il conseguente generalizzato ricorso a tale
istituto, hanno permesso di riscontrare la positiva possibilità di
coniugare due esigenze: da un lato, il contenimento della diffusione
del contagio; dall’altro, la continuità dell’azione amministrativa. È
tuttavia indubbio che il favorevole esito di tale inquadramento
normativo sia stato reso possibile anche dalla disponibilità di
dotazioni personali dei lavoratori e dalle capacità degli stessi di
utilizzare i necessari dispositivi tecnologici, informatici e
digitali. Tale complessiva esperienza dimostra che il lavoro agile,
le competenze digitali e la digitalizzazione dell’azione
amministrativa costituiscono, in definitiva, fattori in grado di
coesistere ed operare sinergicamente, in un proficuo processo di
osmosi. Anche le più recenti disposizioni, recate dal decreto-legge
19 maggio 2020, n. 34, in corso di conversione, anch’esse motivate
dall’emergenza epidemiologica, conferiscono un ulteriore, nuovo
assetto al lavoro agile, anche per i profili di specifica formazione,
in particolare della dirigenza pubblica, chiamata a gestire, in tale
modalità, l’organizzazione degli uffici e del personale, e sempre
nell’ottica della continuità dei servizi erogati a cittadini e
imprese. Anche nella Direttiva del Ministro della
pubblica amministrazione n.3/2020 si riconosce la formazione come
strumento fondamentale di accompagnamento del personale nel processo
di diffusione della capacità di lavorare in modalità agile e come
base dello sviluppo delle competenze necessarie ad accelerare
l’innovazione. Non si tratta, dunque, solo di incrementare tout
court il ricorso al lavoro agile, ma di consentirne l’utilizzo in
termini di accresciuta consapevolezza delle sue potenzialità,
soprattutto da parte della dirigenza pubblica. Il lavoro agile ha
l’obiettivo di coniugare la promozione del benessere organizzativo
con il miglioramento dell’azione amministrativa in termini di
efficacia ed efficienza, nonché di implementazione della
digitalizzazione dei procedimenti e dei servizi recati ai cittadini
ed alle imprese.
- Il rafforzamento delle competenze digitali del settore pubblico
attraverso il turnover è stato promosso
esplicitamente fin dalla Legge n. 56/2019 che prevede che la
predisposizione dei piani di fabbisogno da parte delle
amministrazioni debba tener conto dell’assunzione in via prioritaria
di figure professionali con elevate competenze anche in materia di
digitalizzazione.
- Il Ministro per la pubblica amministrazione e il Ministro per
l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione hanno sottoscritto
un protocollo che promuove un approccio più strutturale
alle competenze digitali, che arriva ad includere il possesso di tali
competenze tra i requisiti fondamentali dei candidati all’ingresso
nel pubblico impiego ed il suo rafforzamento nel personale che vi è
già impiegato. .