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Documenti pubblici, digitali.

Quadro generale

I dati sullo sviluppo dell’economia e della società digitali disponibili a livello nazionale e internazionale indicano che l’Italia è caratterizzata da una significativa carenza di competenze digitali tra la popolazione. Secondo Eurostat, solo il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali almeno a livello base (è il 58% nell’UE), con un impatto rilevante sull’utilizzo dei servizi digitali. L’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi Europei per l’uso di Internet (dati Eurostat 2019), con il 17% delle persone di età compresa tra 16 e 74 anni che non ha mai navigato in rete (quasi il doppio della media UE, pari al 9%). I dati indicano inoltre che solo l’1% dei laureati italiani possiede un titolo in ambito ICT (peggior posizione nell’UE) e che la percentuale di specialisti ICT – sebbene sia aumentata nel tempo e abbia raggiunto il 3,6% dell’occupazione totale – è ancora lontana dalla media UE (4,2%). Rispetto ai laureati ICT, il gap tra domanda e offerta sta crescendo, con una carenza di 5.100 unità per i laureati pari al 35% delle esigenze (dati del Digital Skills Observatory 2019).

La carenza di competenze digitali è per l’Italia uno dei principali ostacoli allo sviluppo del Paese, e assume le caratteristiche di una priorità:

  • ha un impatto negativo sia sull’offerta di servizi digitali da parte del settore pubblico e del settore privato, sia sull’accesso e la fruizione da parte dei cittadini;
  • espone parte rilevante della popolazione al rischio di esclusione sociale e dal mercato del lavoro;
  • ostacola l’accesso a forme di partecipazione e consultazione pubblica;
  • aumenta il rischio di esposizione dei cittadini alla disinformazione su larga scala. [1]

Un livello inadeguato di competenze digitali non riguarda solo la vita privata dei cittadini, ma ha anche un impatto sulla loro occupabilità e sull’accesso all’ambiente digitale per l’aggiornamento continuo di conoscenze e competenze. Un dato su cui porre attenzione riguarda anche i lavoratori a rischio a causa dei processi di automazione: solo il 20% di loro beneficia di formazione continua.

[1]La Commissione Europea è impegnata nel promuovere azioni per affrontare la diffusione e l’impatto della disinformazione online in Europa e garantire la protezione dei valori e dei sistemi democratici europei. (Fonte: https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/tackling-online-disinformation).